Un’autostrada eco-sostenibile. Lo sarà la terza corsia dell’A4. Nella progettazione dell’ampliamento, Autovie Venete ha riservato una particolare attenzione alla difesa degli aspetti naturalistici, alla salvaguardia idrica e del terreno, alla mitigazione del rumore e alla tutela della fauna realizzando appositi sottopassi. Le principali misure attivate a protezione dell’ambiente, sono state illustrate dal vicepresidente della Concessionaria Autostradale, Lucio Leonardelli, che ha aperto i lavori del convegno “La tutela dell’ambiente nella costruzione delle autostradale” inserito nella prima giornata di Greenfactor, manifestazione sulla sostenibilità ambientale ospitata nell’auditorium della Regione a Udine. “Le risorse destinate agli interventi a difesa dell’ambiente nei singoli tratti e lotti dell’A4 – ha affermato il vicepresidente – rappresentano una quota importante del costo di ogni opera: la percentuale, infatti, varia dal 12 al 20%. Ma notevoli sono anche gli investimenti già programmati per interventi di mitigazione sulle tratte non interessate dalla terza corsia. A Marcon, sulla A57 tangenziale di Mestre, sono state di recente installate barriere fonoassorbenti ecosostenibili Marcon, per un importo di 5 milioni di euro”. Sugli aspetti più prettamente tecnico progettuali, è intervenuto l’ingegner Paolo Perco, progettista di Autovie, che ha illustrato le caratteristiche e le soluzioni adottate per il tratto autostradale Gonars Villesse. “Nella realizzazione dell’ampliamento sono state considerate tutte le variabili ambientali da tutelare (paesaggio, atmosfera, acque, rumore, rete idrografica). Per quanto riguarda l’inserimento dell’opera nel paesaggio c ircostante, abbiamo operato in due direzioni: mascherando l’infrastruttura esistente con interventi a verde (aree e quinte arboree) e migliorando l’impatto estetico. A questo proposito, a esempio, abbiamo privilegiato la realizzazione di sottopassi ai sovrappassi come nel caso della nuova rotatoria che verrà costruita all’esterno del casello autostradale di Palmanova. Nuovo assetto autostradale significa anche riduzione dell’inquinamento atmosferico: soprattutto i mezzi pesanti, infatti, potranno mantenere una velocità che si traduce in minori consumi e quindi minori emissioni. Acque: l’attuale autostrada (progettata quasi 40 anni fa quando la sensibilità ambientale era minima e non esistevano nemmeno leggi al riguardi) non dispone della gestione delle acque meteoriche che dilavando la pavimentazione, trasportano tutto il particolato (combustione e residui) e raggiungono i terreni circostanti attraverso i fossi di guardia. Il progetto della terza corsia, invece, prevede l’integrale gestione delle acque (sia di piattaforma sia di eventuali sversamenti accidentali di sostanze chimiche o oleose) che vengono raccolte da un sistema impermeabile e portate in zone di trattamento/depurazione. In caso di sversamento di materiale pericoloso, il liquido viene raccolto in appeosite vasche. Le aree di raccolta e di depurazione sono mascherate con barriere arboree, mentre per il rumore sono state previste barriere fonoassorbenti e protezioni acustiche naturali. Completamente ripensata anche tutta l’organizzazione degli attraversamenti idraulici: le nuove opere avranno dimensioni maggiori e una maggiore permeabilità, tali da consentire una migliore manutenzione”.
Sul sistema dei controlli (relativamente alle emissioni dei motori, alle conseguenze degli incidenti, allo smaltimento dei rifiuti) si è soffermato Giorgio Mattassi direttore dell’Arpa Fvg di Palmanova mentre Gaetano Russo, direttore dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Udine ha illustrato materiali e soluzioni costruttive che, impiegate nella realizzazione di grandi opere viarie, ne riducono l’impatto ambientale. In particolare ha descritto le caratteristiche di nuovi pannelli fotovoltaici in grado di produrre energie elettrica integrati in barriere antirumore (sperimentati lungo la A22, autostrada del Brennero), una nuova tipologia di asfalto a base di polvere di gomma riciclata che consente di incrementare la durata della pavimentazione e di ridurre il rumore e i costi legati al suo abbattimento; gli spessori del manto; gli incidenti. Ha parlato diffusamente anche della sostenibilità delle costruzioni che utilizzano un’innovativa tipologia di calcestruzzo realizzato con materie riciclate da altri processi industriali (cenere volante o la loppa d’altoforno ovvero la scoria del processo produttivo dell’acciaio), materiali naturale e altri costituenti. Materiali ed effetti che saranno oggetto di analisi e studio da parte degli studenti del corso di laurea magistrale in ingegneria per l’ambiente e l’energia che verrà attivato dal prossimo anno accademico quando partirà anche la specialistica in ingegneria per l’ambiente e il territorio. Entrambi i percorsi (iscrizioni a partire dal 12 luglio; non ci sono limiti di posti), si integrano o si affiancano alla preparazione acquisita con il corso di laurea in ingegneria civile. Le scelte urban istiche correlate all’integrazione dei progetti di viabilità nel contesto territoriale, sono state analizzate invece da Sandro Fabbro, professore di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Ateneo friulano. Il docente ha presentato alcuni interventi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale nel caso di opere già esistenti (interventi cosiddetti di “Mitigazione) o in fase di pianificazione (in questo caso l’intervento è detto di compensazione).