Gianpaolo Pozzo, da 35 anni alla guida dell’Udinese

Gianpaolo Pozzo, da 35 anni alla guida dell’Udinese

Il 28 luglio 1986 Gianpaolo Pozzo diventa ufficialmente l’azionista di riferimento dell’Udinese Calcio. Succede a Lamberto Mazza che era rimasto al timone del club bianconero dal giugno del 1981. In realtà l’operazione compravendita dell’Udinese, cui inizialmente vedeva interessati altri due imprenditori friulani, era iniziata due mesi prima con la mediazione di Franco Dal Cin. Ben presto Pozzo si è accorto di essere rimasto solo perché gli altri componenti della cordata fanno dietro front, forse “spaventati” dalle voci sempre più insistenti che davano l’Udinese coinvolta nello scandalo del toto nero. Pozzo però non si arrende. Alla fine mette nero su bianco.

IL SUO ESORDIO – È tutto in salita. L’Udinese tecnicamente è poca cosa, sono stati ceduti Andrea Carnevale al Napoli, Luigi De Agostini ha preso la strada che lo ha condotto a Verona, Marco Baroni è in cerca della definitiva consacrazione a Roma, sponda giallo rossa. Sono rimasti solamente Edinho Paolo Miano. Il peggio però deve ancora arrivare. Il 5 agosto 1986 la Commissione disciplinare condanna l’Udinese alla retrocessione per le vicende del toto nero risalenti alla stagione precedente quando il presidente del club bianconero era Lamberto Mazza. Il 28 agosto la Caf rivede la sentenza di primo grado, l’Udinese rimane in A, ma dovrà scontare nove punti di penalizzazione nel successivo campionato.
Pozzo deve decidere se allestire una squadra giovane oppure se tentare “l’impossibile”. Segue la seconda strada anche per cercare di dare un po’ di entusiasmo alla tifoseria e per garantire la regolarità del campionato, acquista i campioni del mondo Francesco Graziani, Fulvio Collovati, Daniel Bertoni. Niente da fare, i bianconeri concludono all’ultimo posto con 15 punti, ma senza la penalizzazione si sarebbero salvati. Pozzo rifà la squadra, ma i risultati che tutti si aspettavano non arrivano, sino al 1994 è un’Udinese “ballerina” che dà vita all’effetto saliscendi tra la serie A e la serie B. “Non sarà sempre così – ripeteva sovente Pozzo – dobbiamo risolvere i problemi ereditati dalla precedente gestione, poi cominceremo a programmare per far fare il salto di qualità alla squadra. Soprattutto più forte e competitiva anche in campo europeo”.

È stato facile profeta. Gianpaolo Pozzo fa anche tesoro degli errori commessi all’inizio e accanto a lui comincia a muoversi con l’abilità del consumato manager il figlio Gino, laureato a pieni voti nel 1988 in “Business Administration” all’American University di Washington e l’Udinese, dopo aver conquistato la promozione nella massima categoria nel 1994/95, inizia una nuova, più ambiziosa e più gloriosa avventura nella massima categoria. Da allora è sempre nell’Olimpo del calcio. La politica dei giovani intrapresa dalla società, l’abilità nello scoprire campioni inespressi (vedi Bierhoff, vedi Amoroso) accanto ad un’intelligente interpretazione della Legge Bosman, fanno il resto e la conquista del primo pass per accedere all’Uefa, stagione 1996/97 è la naturale conseguenza di un modo nuovo di fare calcio ed è anche il primo di numerosi altri splendidi risultati conseguiti dai bianconeri nell’Era Pozzo.

GRANDI CALCIATORI – Negli ultimi venticinque anni hanno indossato la maglia bianconera importanti giocatori. L’elenco è lunghissimo, ricordiamo soltanto Totò Di Natale, il più bravo e il più importante, poi Alexis Sanchez, Oliver Bierhoff, Marcio Amoroso, David Pizarro, Abel Balbo, Nestor Sensini, Fabio Rossitto, Valerio Bertotto, Alessandro Calori, Thomas Helveg, Martin Jorgensen, Giuliano Giannichedda, Paolino Poggi, Stefano Fiore, Fabio Quagliarella, Vincenzo Iaquinta, Marek Jankulowski, Giampiero Pinzi, Felipe Dalbelo, Sulley Muntari, Cristian Zapata, Mauricio Isla, Kwadwo Asamoah, Gokhan Inler, Samir Handanovic, Dusan Basta, Medhi Benatia, Roberto Pereyra, Juan Guillermo Cuadrado, Marques Loureiro Allan, Piotr Zielinski, Bruno Fernandes, Rodrigo De Paul.

IL NUOVO STADIO – L’ultimo grande investimento di Pozzo che da una quindicina di anni ha trovato nella figlia Magda un altro validissimo supporto (senza scordare quello sin dall’inizio della sua avventura della moglie Giuliana Linda, figlia di un dirigente della Figc regionale degli anni ’30, Gino Linda e nipote di Giuseppe Bertoli, primo presidente dell’Udinese in A), è rappresentato dalla ristrutturazione dello stadio “Friuli” a spese dell’Udinese, ora sponsorizzato “Dacia Arena” iniziata nel 2014 conclusasi nel gennaio 2016, che è diventato un autentico gioiello, uno dei migliori impianti calcistici tanto che è stato scelto quale sede della finale dei campionati d’Europa under 21 che si è tenuta il 30 giugno scorso.

I RISULTATI – L’ Udinese disputerà quest’anno il ventisettesimo campionato consecutivo in A. Record per una provinciale. E in questo periodo la squadra ha conquistato due terzi, due quarti posti, poi ancora un quinto, due sesti. Per undici volte ha partecipato alle Coppe Europee