La diva scoperta da Fritz Lang con Metropolis (il ruolo della donna robot è una delle icone più famose del cinema di tutti i tempi) è la protagonista di giovedì 8 ottobre alle Giornate del Cinema Muto – Limited Edition (www.giornatedelcinemamuto.it), con Abwege (Crisi), del 1928, diretta da Georg Wilhelm Pabst. Brigitte Helm, qui alla seconda delle tre collaborazioni con il grande regista austriaco, entra nella galleria delle figure femminili – accanto ad Asta Nielsen, Greta Garbo e soprattutto Louise Brooks – lanciate da Pabst, che incarnano, secondo Lotte Eisner, i grandi sogni romantici e i grandi incubi weimariani. Helm fu interprete di una decina di film muti e sedici sonori, quasi sempre nel ruolo di “femme fatale”. Lasciò presto e definitivamente il cinema in aperto contrasto con il regime nazista. La relazione di Pabst con il Terzo Reich rimane invece un tema controverso, sebbene il suo film del 1955 Der letzte Akt (L’ultimo atto) sia chiaramente antinazista.In Abwege, che viene presentato (on line, a partire dalle 20.30) nel restauro del Münchner Filmmuseum, una copia splendidamente imbibita, Brigitte Helm è una signora ricca e annoiata in crisi con il marito, che decide di aprire un locale notturno per una clientela altrettanto ricca e annoiata. Il film è un kammerspiel concentrato sugli attori e sulle atmosfere, con movimenti di macchina e un montaggio che mettono ancora una volta in risalto l’eleganza dello stile pabstiano. Di Abwege esistevano poche didascalie e solo il ritrovamento della sceneggiatura originale presso la Cinémathèque française e lo studio di tutte le recensioni tedesche e dei programmi di sala hanno permesso la ricostruzione dei cartelli originali, essenziali per comprendere le dinamiche tra i personaggi.Un’ultima curiosità: il protagonista maschile è il viennese Gustav Diessl, che dalla seconda metà degli anni ’30 e fino al 1948 lavorò in Italia anche con Carlo Campogalliani, presente nel programma delle Giornate con la commedia La tempesta in un cranio.Per parlare del film di Pabst, del restauro che ne ha rivelato pienamente significato e originale bellezza e dell’accompagnamento musicale eseguito per le Giornate, seguirà la conversazione di Jay Weissberg con Stefan Drössler, direttore del Filmmuseum di Monaco, e con il pianista pordenonese Mauro Colombis da Sydney.A svelare i segreti dell’arte di creare la musica per il cinema muto nella masterclass di giovedì 8 ottobre, in programma dalle ore 16, sarà il pianista e compositore canadese Gabriel Thibaudeau. Nello spazio dedicato ai libri (dalle ore 17) Richard Abel, autore di Motor City Movie Culture, 1916-1925, ci parlerà della nascita della cultura cinematografica a Detroit, la capitale statunitense dell’automobile. Il colore nel cinema degli Anni Venti e l’influenza delle diverse tecniche di colorazione sulla cultura visiva di un secolo fa saranno oggetto del secondo incontro con gli autori di Chromatic Modernity: Color, Cinema, and Media of the 1920s, Sarah Street in collegamento da Bristol e Joshua Yumibe dal Michigan. |
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