Un itinerario lungo le vie di Trieste per installare 13 nuove pietre di inciampo affinché la Shoah “non cada nella storia, ma resti nella memoria”. E’ l’iniziativa promossa oggi dalla Comunità ebraica di Trieste, in collaborazione con il Comune, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e il liceo Francesco Petrarca.
“Le pietre d’inciampo – ha detto il rabbino di Trieste, Alexandre Meloni, durante la posa della prima pietra in via Cattedrale – sono fondamentali, perché vittime, discendenti, sopravvissuti” della Shoah “sono sempre meno numerosi e il racconto diretto non è più possibile. Rischiamo di cadere nella storia”, allontanandoci. “Le pietre di inciampo permettono invece di rimanere nella memoria viva, che si deve trasmettere ai giovani, in modo che riflettano su cosa ha portato questa barbarie”. La colpa è dei decisori di allora, “ma avevano un contesto che ha permesso loro di dire queste cose e applicarle e il contesto è anche il popolo”.
Una pietra, ha puntualizzato il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, “non riporta indietro vite spezzate e il dramma vissuto da un popolo, ma mi auguro servano come testimonianza perché certe cose non si ripetano più”.
“Come ho già avuto modo di affermare – ha osservato il sindaco di Trieste, Roberto Di piazza – tutto il mondo dovrebbe chiedere scusa agli ebrei, io non sono il mondo, ma il sindaco di Trieste e a nome della città e personale ho sentito il sincero bisogno di chiedere scusa per ciò che qui l’uomo, il nazifascismo hanno fatto contro l’umanità”.