“Istituire la Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo sono tra gli atti più importanti che abbiamo fatto di recente. Purtroppo i negazionisti ci sono a destra e, sebbene qualcuno si ostini a negarlo, anche a sinistra e continuano ad opporsi alla verità della Storia. Ci sono orrori che sono verità e vanno conosciute e ammesse. Come ci ha lasciato scritto Primo Levi, “Meditate che questo è stato”: è quanto dobbiamo fare perché la tragedia non accada più”.
Lo ha affermato l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, a margine della cerimonia organizzata dal Comune di Pordenone in occasione della Giornata della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto e del nazifascismo. Gibelli ha reso gli onori alla targa commemorativa nel cortile dell’ex Provincia assieme al sindaco Alessandro Ciriani e al prefetto Domenico Lione, alla presenza del presidente dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) di Pordenone Eliseo Moro.
Toccante la testimonianza di Moro, deportato e sopravvissuto a Dachau, che ha tenuto ad essere presente alla cerimonia pur nel pieno della pandemia.
“Sono qui – ha detto Moro – per dare un messaggio ai giovani, perché sappiano e ricordino cosa abbiamo passato noi in Italia a quei tempi brutti. Oggi voi potete vedere qualche video, qualche foto, ma tutte le atrocità che sono realmente accadute sono indicibili e sono successe. Anche oggi – è stata l’amara rifessione a margine della cerimonia – riaffiorano quei tempi talvolta: vedo tante guerre, nella rete corre tanta violenza e la cosa sconvolge, fa paura. Del resto questa maledetta pandemia confina noi anziani e vecchi, ci leva il contatto e la parola con i giovani: noi testimoni non possiamo continuare a incontrare bambini e ragazzi nelle scuole, la cosa più importante di tutte. Succede ancora troppo poco, possiamo – ha ammonito Moro – fare di più”.
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