«L’obbedienza non è più una virtù». Così recitava un prete scomodo, don Milani, davanti al fanatismo dei cappellani militari. D’altra parte la storia è piena di dilemmi che oscillano tra i concetti di “lecito” e di “legittimo”: crimini indicibili sono stati commessi in nome di leggi ingiuste che in quanto tali pretendevano l’ottemperanza e che dunque era giusto infrangere e tradire. Ruoterà attorno a questi temi la conferenza “Giustizia e libertà” di Angelo Floramo, in programma giovedì 18 maggio alle 18 nella sala Corgnali della biblioteca Joppi, in Riva Bartolini, nell’ambito delle iniziative che precedono il Festival della Costituzione che si terrà a San Daniele del Friuli tra il 26 e il 28 maggio.
«Il terzo Reich era fondato su leggi perfettamente funzionanti, ma certamente non funzionali – scrive Floramo, docente e consulente della biblioteca Guarneriana di San Daniele –. Se Socrate beve la cicuta perché è convinto che non farlo delegittimerebbe non solo i trenta tiranni di Atene che lo hanno condannato a morte ma il concetto stesso della legalità, Sofocle pone invece l’attenzione sulla discrezionalità dell’uomo nel giudicare se sia giusto o meno sottostare ad una legge ingiusta. Il cielo stellato di Kant rispecchia una legge morale che è e deve essere tutta interiore, autonoma, libera da ogni apparato, con un solo parametro di valutazione: la libertà e la dignità dell’essere umano. Una valutazione che si fonda sulla prospettiva rivoluzionaria di un mondo giudicato solo ed esclusivamente sub specie humanitatis».
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«Il terzo Reich era fondato su leggi perfettamente funzionanti, ma certamente non funzionali – scrive Floramo, docente e consulente della biblioteca Guarneriana di San Daniele –. Se Socrate beve la cicuta perché è convinto che non farlo delegittimerebbe non solo i trenta tiranni di Atene che lo hanno condannato a morte ma il concetto stesso della legalità, Sofocle pone invece l’attenzione sulla discrezionalità dell’uomo nel giudicare se sia giusto o meno sottostare ad una legge ingiusta. Il cielo stellato di Kant rispecchia una legge morale che è e deve essere tutta interiore, autonoma, libera da ogni apparato, con un solo parametro di valutazione: la libertà e la dignità dell’essere umano. Una valutazione che si fonda sulla prospettiva rivoluzionaria di un mondo giudicato solo ed esclusivamente sub specie humanitatis».
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