Proprio in tempi di coronavirus ha visto la luce «A cercar nidi. Storie di “Minori discoli” 1914-1920 dalle carte dell’Archivio di Stato di Udine» (LaNuovaBase), l’imponente volume frutto del lavoro di oltre tre anni di ricerca degli studenti del liceo Marinelli coordinati dalla professoressa Marcella Zampieri. Questa è la terza opera prodotta dal Laboratorio scolastico “Piccole storie”: ma, anziché essere dedicata ai documenti familiari, stavolta l’attenzione è andata ad alcune figure particolari di cui si trova traccia nell’Archivio di Stato di Udine.
“Minori discoli” è l’espressione ufficiale con cui la giustizia italiana definiva i bambini e ragazzi al di sotto dei ventuno anni considerati “irrecuperabili”, cioè gli indisciplinati, i ribelli, gli impenitenti, accusati di furti o comportamenti immorali: sono le piccole vittime della miseria. La sorte e le istituzioni potevano destinarli a un istituto di correzione, grazie al quale forse sarebbero stati in grado di scansare la povertà, ricevere un’istruzione e imparare un lavoro, così da arrivare più preparati ad affrontare la vita adulta. Conservati nei faldoni dell’Archivio ci sono i documenti ufficiali, che sono stati scoperti per la prima volta proprio dagli studenti del Laboratorio.
Istruiti da un team d’eccellenza che ha visto anche Angelo Floramo e Roberto Feruglio, 45 studenti hanno valutato le 174 pratiche aperte dal Tribunale tra il 1914 e il 1920, ne hanno riprodotte digitalmente circa la metà (per poterle studiare anche negli orari di chiusura dell’Archivio), ne hanno analizzate circa una cinquantina e quindi hanno selezionato le 27 storie che compaiono nel volume. Per ogni “discolo” è stato ricostruito il contesto che ha portato all’intervento delle istituzioni, approfondendo e integrando dove possibile con informazioni provenienti da altre fonti e allegando a ogni capitolo le trascrizioni e le riproduzioni fotografiche dei documenti. Compare un ritratto a tinte vivaci di vicende toccanti, accomunate dalla miseria ma anche da una gran voglia di sopravvivere, che lega assieme molte delle sorti future di questi giovani: c’è chi resta folgorato dalla musica e cerca di imparare uno strumento, chi diventa sarto o calzettaia, chi si affranca sposandosi o partendo con le truppe… Un ritrovamento davvero inatteso e sensazionale è stato il fascicolo di Gioconda Modotti, sorella della più famosa Tina: “discola” nel 1915, lo sarà anche suo figlio Tullio nel 1929. A loro due è dedicato il primo capitolo delle storie, arricchito da un approfondimento sulle vicende della famiglia.
Il libro è introdotto da brevi saggi che inquadrano gli aspetti sociali, economici e sanitari di questo periodo bellico, ed è corredato da diverse schede che indagano tematiche specifiche. All’interno, oltre alle trascrizioni testuali dei documenti, sono pubblicate molte immagini d’archivio per lo più inedite.
Il volume (che, come i precedenti, NON è in vendita) sarà disponibile alle presentazioni diffuse sul territorio, appena saranno nuovamente possibili. Nel frattempo, potrà essere richiesto presso le librerie Friuli, Moderna e Tarantola di Udine che hanno scelto di appoggiare questa importante impresa culturale mettendo a disposizione i propri spazi per ospitare le copie del libro.
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