Grazie alla tecnica delle “fototrappole” (macchine fotografiche dotate di sensore a raggi infrarossi, che si azionano al passaggio degli animali – sono state acquistate con i fondi comunitari messi a disposizione del progetto Life 09 NAT/IT/000160 “Arctos” – è stato recentemente filmato un esemplare di sciacallo dorato (canis aureus) a Doberdò del Lago (GO), in un bosco limitrofo al confine con la Slovenia. Il controllo del territorio non urbanizzato, compito principale del CFR-Corpo Forestale Regionale, si esplica anche attraverso il monitoraggio di varie specie animali e questo filmato conferma la presenza, ormai stabile, di esemplari di sciacallo dorato sul Carso goriziano. La zona confinaria della Regione è peraltro da sempre oggetto di studio, in quanto è la prima ad essere attraversata da specie animali provenienti da Est, e la Stazione forestale di Monfalcone opera nel monitoraggio dei “grandi carnivori” nell’ambito di “Arctos”, progetto comunitario incentrato in particolare sull’Orso bruno. Nel caso dello sciacallo dorato ripreso a Doberdò del Lago, la validazione della specie è venuta da parte del dottor Luca Lapini, zoologo presso il Museo di storia naturale del Comune di Udine. Oltre che per il tipico mantello, lo sciacallo dorato si differenzia dalla volpe per le maggiori dimensioni (può arrivare oltre i 16 kg di peso), la coda più corta (20-25 cm) e le zampe più lunghe (altezza alla spalla 50 cm). Generalmente si alimenta di piccoli mammiferi e di carcasse di animali, oltre che di anfibi, rettili e uccelli. È un canide che proviene dall’Europa dell’Est e negli ultimi anni è sempre più frequente nella nostra regione. Secondo Stefano Filacorda, ricercatore e docente di Ecologia animale del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine, la specie proviene dai Balcani e la sua espansione sembra dipendere dalla recente diminuzione dei lupi. In Friuli Venezia Giulia lo sciacallo dorato è comparso con certezza nella metà degli Anni Ottanta, quando alcuni animali, scambiati per volpi, furono abbattuti in vicinanza di Udine e di San Vito di Cadore (Veneto). L’animale non rappresenta un rischio per l’uomo, ma la sua presenza va comunque segnalata al CFR, contattando la Stazione di Monfalcone (tel. 0481 960709),