Grado, 2 ottobre 2016 – È “Cyber crimini e finanza” il tema proposto dal Comitato scientifico del festival Grado Giallo per la prossima edizione, la numero 10. Lo ha annunciato oggi il presidente del Comitato Scientifico Elvio Guagnini, nella giornata conclusiva della manifestazione che si è felicemente conclusa con una numerosa presenza di pubblico. «Il titolo si commenta da sé edè stato scelto perché si è parlato molto dei crimini che riguardano l’economia e la finanza e che vengono commessi usando i mezzi informatici – ha spiegato il presidente -. Un tema che tra l’altro interessa molti libri dei generi oggetti del festival. Pensiamo solo agli hacker che possono destabilizzare il quadro politico e anche quello economico e finanziario. Dunque nel prossimo festival vorremmo indagare – ha continuato Guagnini – l’intreccio tra economia, finanza, informatica e generi del mistero». Positivo il bilancio tracciato da Elvio Guagnini della Nona edizione (che ci conclude oggi), «sia in termini di partecipazione di pubblico, sia di qualità e di apprezzamento da parte dello stesso pubblico delle varie iniziative: dal cinema al teatro, dalla letteratura e agli incontri sui temi economici, geopolitici e sociologici».
«Sempre apprezzati e molto frequentati gli incontri con i bambini, i ragazzi e le scuole, dove si è potuto intrecciare il gioco con l’approfondimento della conoscenza della realtà contemporanea», ha precisato il presidente del Comitato Scientifico. «Per quanto riguarda i numeri – ha concluso -, la manifestazione mantiene e anche incrementa le presenze». Il Comune, che organizza il festival in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, il Giallo Mondadori e la Rai FVG sede di Trieste, si è detto soddisfatto delle presenze, che confermano il trend dello scorso anno (3.500 presenze). Nel corso del festival, è stato consegnato a Miller Gorini, autore del racconto “Il collo della bottiglia”, il Premio Letterario Nazionale Grado Giallo 2016, cuore del Festival che si conclude oggi nell’Isola del Sole.
Questa mattina si è svolto alle 10 il consueto appuntamento con “Gialli in passerella”: Pietro Spirito ha presentato Riccardo Bellandi (Lo spettro greco, Youcanprint, 2015), Flavio Santi (La primavera tarda ad arrivare, Mondadori, 2015), Roberto Curci (Via San Nicolò 30. Traditori e traditi nella Trieste nazista, Il Mulino, 2015)
Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30 al Cinema Cristallo, conversazioni a tutto campo nel segno di “NOI SIAMO LEGIONE”. Franco Forte ha presentato gli autori di Segretissimo Mondadori: Stefano Di Marino, Andrea Carlo Cappi e Alan D. Altieri, facendoli parlare dei loro libri, ma anche delle donne del mistero e chiedendo loro quali sono le vere spie del presente.
«Le spie di oggi sono quelle che stanno davanti al computer – ha commentato Altieri -. L’immagine di spia ideale che ho in mente è quella di un ragazzino di 14 anni col papà bancario, che si occupa di statistica e teoria del caos». Visione differente quella di Cappi, che si immagina «un analista che elabora informazioni e trae tutte le conclusioni che non sono ancora state tratte, un po’ come il personaggio di Jack Ryan dei libri di Tom Clancy». Parzialmente d’accordo Stefano Di Marino, che sposa la figura dell’analista spia, conscio del fatto, per, che «a livello narrativo c’è bisogno di figure con molte qualità, come quelle alla James Bond, che in realtà non esistono, ma che uniscono molti tratti distinti, creando la figura dell’agente segreto che intrattiene il lettore».
A seguire Sergia Adamo e Silvia Zanlorenzi hanno conversato con Predrag Andjelic autore di “Crveni Krug” (Il cerchio rosso), libro del 2012 non ancora tradotto in italiano, e ricco di intrighi internazionali e personaggi misteriosi. «I film di Jean-Pierre Melville, con i loro intrecci perfettamente geometrici, mi hanno appassionato a tal punto da creare in me la voglia di scrivere», ha raccontato Andjelic presentando il suo “Crveni Krug”, libro in cui la ricca trama si svolge tra rapimenti, storie d’amore e molti personaggi (tra i quali ben 4 buoni!) a partire da Parigi fino ad arrivare a Venezia.
A metà pomeriggio “UNA STORIA DI TRADIMENTI E OMICIDI”: Sergia Adamo ha incontrato Andrea Molesini per raccontare del suo “La solitudine dell’assassino” (Rizzoli, 2016). L’ultima fatica di Molesini è un romanzo con due protagonisti molto diversi tra loro, che intrecciano le loro vicende in una Trieste che fa da sfondo al racconto della vita di un assassino che scopre nella libertà la sua prigione più grande.
Il pomeriggio si è chiuso con l’aperitivo “Spie in cucina”, assieme a Giovanni Ballarini, presidente della Accademia italiana della cucina, e una riflessione su “Paura di cibo, malattia dell’anima” e “Il piacere della tavola”.