Udinese, ultimo atto. Domani sera, al Friuli, contro la Sampdoria, l’Udinese giocherà l’ultima gara di una stagione ”non esaltante ma neppure disastrosa”, in cui i bianconeri anche se non sono riusciti a bissare i successi in classifica delle ultime stagioni hanno comunque messo in luce nuovi giovani talenti, leggi Scuffet in primis, nel pieno rispetto della filosofia del club friulano. Con la Sampdoria di Mihajlovic, che sicuramente manderà in campo la formazione migliore possibile, Guidolin si aspetta di vedere ”una bella gara” dai suoi ragazzi. ?’Con l’arrivo di Mihajlovic in panchina, la Sampdoria si è tolta in breve da qualsiasi problema di classifica. Il suo impatto con la realtà doriana è stato molto positivo. Gioca un buon calcio, dinamico. Ha giocatori di qualità, di ottimo livello. Speriamo di essere bravi noi come con il Verona e il Livorno”. Tra le fila bianconere, per alcuni, domani sarà probabilmente l’ultima con la maglia dell’Udinese. Ad esempio Brkic, a cui ha soffiato il posto il talento emergente Scuffet, che domani non ci sarà per gli impegni in Nazionale. ”Il serbo è un ottimo portiere. Si è trovato in una situazione molto penalizzante, quando le circostanze hanno fatto scendere in campo Scuffet, ma tre mesi non dicono niente ha tutto il tempo davanti a sé per dimostrare il suo valore”. Stesso dicasi per Lazzari, che la società non intende riscattare. ”E’ comunque un giocatore di qualità. Ha vissuto un’annata un po’ così, come tutta la squadra. Ma ha la mia stima come persona e calciatore”. Il tecnico di Castelfranco Veneto si lascia andare anche a una considerazione generale. Incalzato dalle domande dei cronisti su cosa manchi, a Udine, per fare il salto per poter competere sempre per le posizioni di vertice ritiene che ”bisognerebbe tenere i giocatori più importanti anziché cederli”. Ma al contempo è ben consapevole che ”se i giocatori non sono motivati a restare qui non rendono. La squadra 2010-2011, con piccoli rinforzi, poteva puntare a stare tra i primissimi. Ma se si fossero trattenuti i giocatori che erano sul piede di partenza, l’anno successivo non avrebbero reso. Bisogna fidarsi della società, che fa le cose giuste e sceglie la squadra. Poi è compito dell’allenatore assemblarla”.
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