Il palco di Homepage vibrerà stasera con i Mind Vortex e i dj dalle basse frequenze Fudub&Jahrdo, Phog, Quanto e Davda. Si sta parlando di drum&bass, un genere musicale elettronico, nato in Inghilterra negli anni ’90 e che ci viene presentato, nelle sue evoluzioni, dall’intervistato della settimana Davide, in arte dj Davda.
La drum&bass è un genere musicale fondato sul ritmo a scapito della melodia. In che modo, le vibrazioni e le basse frequenze prodotte coinvolgono il pubblico a cui ti rivolgi?
In realtà, a seconda delle produzioni stilistiche, ritmo e melodia nella d’n’b vanno a braccetto. Tuttavia la batteria e il basso, declinati in tutti i modi possibili e immaginabili, sono i protagonisti e rappresentano quell’elemento dinamico capace di coinvolgere il pubblico sia nei dj-set che nelle esibizioni live.
Il jungle d’n’b esiste dagli anni ’90 e quindi può vantare un curriculum ricco di interpreti, in questo elenco, c’è un nome che spicca più degli altri e che può essere considerato il precursore del genere e perché?
Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, il jungle d’n’b circolava principalmente nei rave illegali e nelle radio pirata inglesi, ma grazie a Fabio e ai Grooverider che hanno dato vita ai breaks accelerati e distorti, questo genere è passato da un circuito chiuso a quello più popolare e facilmente fruibile dei club. È in questo senso che li definisco i precursori per eccellenza, ma tra i pionieri non vanno dimenticati Goldie, rimasto folgorato proprio da una session di Fabio e dei Grooverider, Andy C, dj Hype, Roni Size e la Bristol crew. Tra i migliori interpreti contemporanei non posso non nominare il funambolo brasiliano dj Marky e i Noisia, gli alfieri olandesi.
Quando e perché hai sentito il bisogno di approfondire questa strada e a chi e a che cosa ti ispiri?
Non ho sentito il bisogno di alcun approfondimento, mi ci sono trovato letteralmente catapultato dentro da mio fratello Skunky D. per me è stato un passo molto naturale.
Nelle campionature solitamente vengono mescolate varie tipologie musicali come il jazz, il soul, il rap e, a volte, la musica classica. Quest’ultima è la rappresentante massima del concetto di melodia, come si armonizzano gli antipodi?
È qui che sta la magia della d’n’b, la sua struttura si presta a qualsiasi tipo di contaminazione, dai bassi cupi e distorti alle melodie generate da flauti e arpe. Non c’è alcuna antitesi. L’unione non è solo musicale, ma anche culturale perché fonde la cultura bianca e inglese con quella nera per poi espandersi in tutto il mondo.
Tu e Skunky D avete creato Ambra&Emma Bass Culture, un progetto che riunisce le migliori crew della regione. Qual è stata l’idea di fondo e quali sono gli obiettivi da perseguire?
Si voleva allineare Udine con la realtà d’n’b in Italia e dare a tutti gli amanti del genere la possibilità di poter ascoltare djs internazionali senza dover per forza emigrare in altri locali fuori regione. Questa è la strada che continueremo a percorrere oltre a dare spazio e opportunità di crescita ai giovani djs.
Intervista a cura di Rita Fortunato
Foto: un’immagine del duo MInd Vortex