“Alcuni operatori del settore bancario, ancora una volta, dimostrano deplorevoli comportamenti verso risparmiatori e lavoratori, soprattutto quando sono gli anelli più deboli della catena. Come Amministrazione siamo sempre stati vicino ai lavoratori a rischio licenziamento e, anche in questo caso, come già fatto in passato, faremo sentire la nostra voce a tutela del loro posto di lavoro e soprattutto alle possibilità che venga loro immediatamente garantito, qualora il licenziamento fosse inevitabile, una rapida riconversione.”.
Così il sindaco di Udine, Furio Honsell, al termine dell’incontro con una delegazione di lavoratori e sindacalisti dell’Hypo Alpe Adria Bank che si appresta ad avviare la terza procedura di licenziamento collettivo per 42 lavoratori, la maggior parte dei quali residenti nella provincia di Udine. Un incontro, al quale ha partecipato anche la consigliera comunale e capogruppo PD, Monica Paviotti, avvenuto poco prima della seduta del Consiglio Comunale in cui è stata approvata all’unanimità la mozione di sentimenti presentata proprio da Paviotti.
“Il rischio di licenziamento per 42 dipendenti di Hypo Alpe Adria Bank – commenta la consigliera – è un fatto grave e preoccupante poiché coinvolge non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma anche tutta la comunità e il territorio friulano. È indispensabile che di fronte a situazioni così difficili e tragiche come la perdita del posto di lavoro ognuno faccia la sua parte e il Consiglio comunale, approvando la mozione, ha voluto dare un segnale importante. Per questo motivo – conclude – ringrazio i consiglieri comunali che l’hanno votata all’unanimità. La mia speranza, ora, è che si riescano a trovare valide soluzioni per tutelare i diritti dei lavoratori colpiti dalla procedura di licenziamento”.
La mozione, che come detto è passata all’unanimità dei 33 presenti, esprime piena solidarietà e partecipazione ai dipendenti della Hypo e, allo stesso tempo, preoccupazione per il destino delle famiglie dei dipendenti, la gran parte con un’età media di 40 anni e con un importante bagaglio professionale che rischia di venir messo in crisi. L’ormai prossima chiusura dell’istituto che ha sede a Tavagnacco, prevista per il 2020, rischia “di rappresentare un ingente danno dal punto di vista economico e sociale per il territorio”, si legge nella mozione. Per questo motivo il Consiglio Comunale “stigmatizza il comportamento della Hypo Alpe Adria Bank Spa il cui management non tiene in alcuna considerazione le conseguenze sociali per i lavoratori e le loro famiglie”. Da qui, dunque, il “forte biasimo nei confronti del comportamento del management del settore bancario che, negli ultimi decenni, ha visto deludere le aspettative dei risparmiatori e del settore”. Sulla base della mozione, dunque, il sindaco e la giunta si impegnano a “manifestare nelle sedi istituzionali competenti il sostegno ai 42 lavoratori di Hypo impegnati nella difficile vertenza sindacale” e a “rappresentare alla direzione dell’istituto di credito la necessità di tutelare i lavoratori interessati nell’ipotesi di licenziamento”. Alla presidenza della Regione, infine, sindaco e giunta chiederanno di “continuare sul percorso avviato nella ricerca di una soluzione per difendere i diritti dei lavoratori anche mediante l’attivazione di strumenti che consentano un facile reinserimento nel mondo del lavoro”.
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Così il sindaco di Udine, Furio Honsell, al termine dell’incontro con una delegazione di lavoratori e sindacalisti dell’Hypo Alpe Adria Bank che si appresta ad avviare la terza procedura di licenziamento collettivo per 42 lavoratori, la maggior parte dei quali residenti nella provincia di Udine. Un incontro, al quale ha partecipato anche la consigliera comunale e capogruppo PD, Monica Paviotti, avvenuto poco prima della seduta del Consiglio Comunale in cui è stata approvata all’unanimità la mozione di sentimenti presentata proprio da Paviotti.
“Il rischio di licenziamento per 42 dipendenti di Hypo Alpe Adria Bank – commenta la consigliera – è un fatto grave e preoccupante poiché coinvolge non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma anche tutta la comunità e il territorio friulano. È indispensabile che di fronte a situazioni così difficili e tragiche come la perdita del posto di lavoro ognuno faccia la sua parte e il Consiglio comunale, approvando la mozione, ha voluto dare un segnale importante. Per questo motivo – conclude – ringrazio i consiglieri comunali che l’hanno votata all’unanimità. La mia speranza, ora, è che si riescano a trovare valide soluzioni per tutelare i diritti dei lavoratori colpiti dalla procedura di licenziamento”.
La mozione, che come detto è passata all’unanimità dei 33 presenti, esprime piena solidarietà e partecipazione ai dipendenti della Hypo e, allo stesso tempo, preoccupazione per il destino delle famiglie dei dipendenti, la gran parte con un’età media di 40 anni e con un importante bagaglio professionale che rischia di venir messo in crisi. L’ormai prossima chiusura dell’istituto che ha sede a Tavagnacco, prevista per il 2020, rischia “di rappresentare un ingente danno dal punto di vista economico e sociale per il territorio”, si legge nella mozione. Per questo motivo il Consiglio Comunale “stigmatizza il comportamento della Hypo Alpe Adria Bank Spa il cui management non tiene in alcuna considerazione le conseguenze sociali per i lavoratori e le loro famiglie”. Da qui, dunque, il “forte biasimo nei confronti del comportamento del management del settore bancario che, negli ultimi decenni, ha visto deludere le aspettative dei risparmiatori e del settore”. Sulla base della mozione, dunque, il sindaco e la giunta si impegnano a “manifestare nelle sedi istituzionali competenti il sostegno ai 42 lavoratori di Hypo impegnati nella difficile vertenza sindacale” e a “rappresentare alla direzione dell’istituto di credito la necessità di tutelare i lavoratori interessati nell’ipotesi di licenziamento”. Alla presidenza della Regione, infine, sindaco e giunta chiederanno di “continuare sul percorso avviato nella ricerca di una soluzione per difendere i diritti dei lavoratori anche mediante l’attivazione di strumenti che consentano un facile reinserimento nel mondo del lavoro”.
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