L’eccezionale ondata di maltempo dei giorni scorsi rischia di dare il colpo di grazia ai pescatori regionali di vongole e cappelunghe in mare, distruggendo le specie che fino a pochi anno orsono rappresentavano una delle eccellenze del territorio friulano. Infatti, in recenti tempi passati, per cause tuttora sconosciute, queste due specie di molluschi si erano notevolmente ridotte sul nostro territorio, rischiando quasi la scomparsa. Negli ultimi due anni i pescatori del Co.Ge.Mo. (Consorzio per la gestione della pesca dei molluschi bivalvi nel Compartimento Marittimo di Monfalcone), che ha in gestione i banchi naturali delle specie in mare, affiancati dalla Regione, e dalle Associazioni di Categoria (Confcooperative/Fedagripesca e Legacoop), con molti sacrifici e impegno finanziario, avevano dato vita a un’importante attività di rivivificazione dell’area marina con reintroduzione della vongola “peverassa” in alcune aree produttive, monitorandola con continuità per verificare accrescimenti e salubrità del prodotto. Inoltre, allo scopo di preservare lo stock riproduttivo, avevano praticato anche una attenta gestione delle cappelunghe. Al fine di produrre un reddito capace di mantenere vive le imprese e l’economia ittica regionale, infine, i pescatori avevano avviato anche una nuova pesca, quella dei “bibi”, vermi utilizzati quale esca da pescasportivi. Ora, il maltempo dei giorni scorsi ha vanificato tutti questi sforzi e rischia di incidere sull’intero sistema della pesca in regione.
I soci del Consorzio avevano già espresso forti preoccupazioni trovando, prima ancora di andare in mare per effettuare le battute di pesca, una gran quantità di “bibi” spiaggiati. La conferma della “strage” l’hanno avuta quando si sono recati a pescare: il prodotto che consentiva di produrre un pur minimo reddito era praticamente scomparso. Oltre alla forza del mare, i consistenti apporti di fanghi trasportati dalle piene dei fiumi hanno sommerso e fatto strage di vongole, cappelunghe e “bibi”. Le straordinarie mareggiate hanno avuto un effetto molto negativo anche per un’altra specie pescata delle imprese associate al Co.Ge.Mo.: i fasolari. Una valutazione per eventuali danni riportati da questa risorsa ittica potranno essere verificati nei prossimi giorni quando, in condizioni meteomarine più tranquille, si potranno effettuare attività di pesca in sicurezza per gli equipaggi e i motopescherecci.
Il presidente del Consorzio, Achille Ghenda, è molto preoccupato e teme che le imprese non reggano questo ulteriore e devastante calo di prodotto e, quindi, di reddito. Ricorda, infatti che, i tempi dalla riproduzione alla taglia commerciale delle specie affidate in gestione al Co.Ge.Mo., sono di circa quattro anni e, quindi, si rischia un grande intervallo di tempo senza reddito. Auspica, pertanto, un intervento immediato da parte della Regione, nella persona dell’assessore Stefano Zannier, che si è dimostrato molto vicino alla categoria, e del Mipaaft per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e del riconoscimento dello stato di crisi del comparto. Auspica, inoltre, che alcuni interventi possano consentire alle imprese di reggere questo momento negativo in attesa di riprendere una normalità e un apporto all’economia ittica regionale nonché assicurare un prodotto buono, salubre e sicuro ai consumatori.