Alcuni escursionisti avevano segnalato al Geoparco delle Alpi Carniche la presenza di un masso con dei particolari “disegni” lungo il sentiero che percorre il ghiaione sotto la Creta di Aip, da Passo Cason di Lanza al bivacco Lomasti, in Comune di Moggio Udinese. Inviata una guida geologica a verificare, era stato identificato come un masso franato, costituito da calcari organogeni rosati, risalenti al passaggio tra i periodi Carbonifero e Permiano (circa 300 milioni di anni fa). Il litotipo rappresenta un deposito di scogliera e testimonia un ambiente di acque basse, ben ossigenate, in clima temperato.
Durante la fase di recupero del masso sono emersi ben evidenti alcuni esemplari di crinoidi, echinodermi, quindi parenti delle attuali stelle marine: un fossile non raro in sé in quelle montagne, ma prezioso per la sua concentrazione e ottima conservazione.
Recuperare il masso, di circa due tonnellate e posto lungo un ripido ghiaione, a grande distanza dalle piste forestali, sarebbe stato impossibile senza l’intervento del nucleo speleo alpino fluviale dei Vigili del Fuoco, attivato dal Comando Provinciale su richiesta dell’UTI della Carnia, che gestisce le attività del Geoparco. I due Enti hanno avuto anche il supporto del responsabile scientifico del Geoparco Giuseppe Muscio, del Museo Friulano di Storia Naturale, per garantire un recupero senza danneggiare i reperti.
Mercoledì dunque un elicottero del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Venezia ha trasportato una squadra SAF sul posto con tutte le attrezzature per il sezionamento controllato del masso. Le singole parti sono state imbragate e in seguito elitrasportate fino a Casera Cason di Lanza, dove i mezzi dei Vigili stanno provvedendo in queste ore al loro recupero su strada.
I reperti verranno consegnati al Geoparco delle Alpi Carniche, che provvederà a collocarli presso uno dei suoi Centri Visite. “L’UTI della Carnia ha un progetto, già finanziato da fondi regionali, per la realizzazione di un parco geologico a completamento dell’attuale Centro Visite, in località Laghetti di Timau” spiega il Presidente dell’UTI Francesco Brollo. “Il progetto si integra con un intervento che realizzerà il Comune di Paluzza, che supporta le nostre iniziative con convinzione e ha collaborato attivamente anche al recupero dei reperti, attivando seduta stante Elifriulia per un elitrasporto a integrazione di quello fornito dai Vigili del Fuoco. Contiamo di poter inaugurare l’intero complesso, arricchito anche dei campioni recuperati, entro l’estate prossima”.
Giuseppe Muscio del Museo Friulano di Storia Naturale spiega che “il masso, staccatosi probabilmente a seguito di una frana dalla Creta di Aip, è una testimonianza vivida di un ambiente marino di circa 300 milioni di anni fa, popolato da una fauna estremamente varia e diversificata. Subito dopo, nel passaggio tra Permiano e Triassico, si verifica la più grande estinzione di massa conosciuta sulla Terra, più grave anche di quella che successivamente porterà all’estinzione dei dinosauri. Le testimonianze fossili del Permiano ci permettono di ricostruire queste fasi e comprendere il contesto ambientale sfociato in questa enorme crisi biologica”.
Soddisfazione è espressa anche dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Alberto Maiolo, che ha seguito personalmente le fasi dell’intervento: “È con estrema soddisfazione che abbiamo partecipato al recupero di beni di valenza scientifico-culturale che possono essere preservati e messi a disposizione della collettività da parte di musei e istituzioni similari. L’intervento compiuto in questi giorni, seguito con interesse anche dai vertici nazionali del Corpo, è stato un esempio positivo di buona collaborazione con le istituzioni coinvolte e un’occasione per i nostri operatori di mettere a frutto le proprie competenze in un contesto ambientale complesso e delicato”.