Arte, contaminazione, talento, pluralismo linguistico, creatività. Suns Europe e stato questo e non solo. A Udine dal primo al 3 dicembre scorsi, il Festival europeo delle arti in lingua minoritaria ha visto protagonisti musica, cinema, teatro e letteratura, tutti rigorosamente declinati nelle lingue minoritarie del Vecchio Continente. Ecco dunque che al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si sono passati il testimone band, registi, scrittori e attori rappresentanti degli idiomi minoritari da Irlanda, Faer Oer, Bretagna, Frisia, Paesi Catalani, Groenlandia, Galizia, Sapmi (la cosiddetta ‘Lapponia’), Chucokta, Galles, Scozia, Sardegna e Isola di Man, insieme ai ‘padroni di casa’ del Friuli.
Tre giorni di altissimo livello artistico e culturale
Come promesso si è trattato di una tre giorni di altissimo livello artistico e culturale. Uno spettacolo giovane, fresco, frizzante, capace di mettere in scena una vera e propria contaminazione di culture, di arti, di lingue, alle quali il pubblico ha assistito con grande interesse. Gremito il Teatrone in occasione delle prime serali. Ma il foyer del Giovanni da Udine è sempre stato brulicante in un continuo alternarsi di cortometraggi, presentazioni di libri, e spettacoli musicali di ogni genere. Immancabili poi le parentesi con “Suns Doc”: attimi conviviali dedicati agli assaggi e ai sapori della diversità linguistica e delle minoranze.
Il vincitore della sezione musica
Sfavillante, coloratissima ed emozionante, poi, la serata finale. Ad accogliere gli artisti il duo di presentatori composto da Renato Rinaldi e Karolina Cernic, che hanno condotto la serata con grande professionalità, non mancando di far divertire il pubblico presente con simpatici siparietti. A dare un ulteriore tocco alla serata c’ha poi pensato Cosimo Miorielli con il suo live painting: alle spalle dei cantanti infatti, le immagini cambiavano un istante dopo l’altro, non un montaggio prestabilito, ma l’arte di questo eccellente illustratore, che ha firmato anche l’immagine che ha caratterizzato Suns Europe 2016. Sul palco del Festival, davanti a un’attenta platea, si sono esibiti voci, suoni e ritmi dell’Europa “Unita nelle diversità”: IMLÉ (Irlanda) con il loro rap e pop gaelico irlandese, STESO (Fær Øer) con sonorità eteree e ipnotiche dal profondo nord, FAMILIA CAAMAGNO (Galizia), quintetto che canta in galego fondendo rock’n’roll, pop e r’n’b, BRIEG GUERVENO (Bretagna), autore, compositore, chitarrista e performer in lingua bretone, VERONIKA USHOILIK (?ukotka), la ragazza dalla voce dorata, GURUDE (Khakassia), cantautore e performer che si rifà in maniera creativa al canto armonico della tradizione siberiana, RORY McGRATH (Cornovaglia), cantautore ispirato e attivo anche in ambito teatrale, e NORMA (Frisia), artefice di melodie acustiche di alta intensità. A questi si aggiungono i selezionati di Suns Ladinia: DORO GJAT (Friuli), che unisce rap e pop con uno stile unico e utilizza con carattere la lingua friulana, e BERDON (Ladinia), un gruppo della Val di Fassa.
«Per le voci affilate come rasoi eppure dolci e ispirate. Per i suoni profondi come oceani e le atmosfere lontane. Per il calore che hanno portato a Udine dalle loro terre del nord», a salire sul podio dopo un’attenta valutazione da parte della giuria tecnica, che così si è espressa: STESO (Fær Øer). La giuria popolare ha invece assegnato la sua preferenza a VERONIKA USHOILIK (?ukotka). Secondo posto (sempre per la giuria popolare) per GURUDE (Khakassia) e terzo posto per BERDON (Ladinia).
Il vincitore della sezione cinema
Per la sezione cinema a vincere è stato “SUMÉ – MUMISITSINERUP NIPAA (Kalaallit Nunaat 2014)“ di Inuk Silis Hoegh (il titolo in inglese è “The Sound of revolution”), un documentario intenso che ripercorre l’esperienza dei Sumé, la prima rock band groenlandese a cantare in lingua inuit, tra il 1973 e il 1976. Le sue canzoni parlano di identità, memoria, oppressione e rivoluzione ed accompagnano il risveglio culturale e politco della Groenlandia e l’avvio di un processo di autodeterminazione che porterà ad una ridefinizione dei rapporti tra la grande isola del nord e la Danimarca. A ritirare il premio il produttore Emile Péronard. Queste le motivazioni della giuria tecnica: «Per la qualità tecnica, l’intensità della narrazione e per aver raccontato, in lingua inuit e attraverso il linguaggio universale dell’immagine in movimento, un’esperienza umana ed artistica specifica e una fase importantissima della storia contemporanea della Groenlandia. Un contributo alla conoscenza e alla consapevolezza. Memoria viva di identità, di creatività e di rivendicazione di autogoverno, momento di riflessione sul peso dei pregiudizi e sui diversi aspetti dell’oppressione linguistica e culturale».
Il vincitore della sezione letteratura
«Per la sua attività di autore in lingua catalana. Tanti nei racconti contenuti nel suo primo libro ‘Històries del Paradis’ quanto nel suo romanzo più recente ‘Totes les cançons parlen de tu’, la scrittura di Xavi Sarrià è sincera, diretta ed evocativa. La forza comunicativa, lo stile essenziale e l’attenzione per la realtà quotidiana, che è affrontata in modo diversificato, anche con dosi di surrealismo, ironia e disincanto, sono le peculiarità del suo lavoro narrativo, in cui si può riconoscere altresì qualche collegamento con la sua lunga esperienza di autore, cantante e musicista con il gruppo». È con questa motivazione che per la sezione letteratura, terza arte in gara a Suns Europe, a salire sul gradino più alto del podio, è Xavi Sarrià (Paesi Catalani). Nato a Barcellona e cresciuto a Valencia, Sarrià è scrittore, cantante e chitarrista. Dal 1993 al 2014 ha cantato, suonato e scritto i testi negli Obrint Pas, band artefice di una potente miscela di ska, rock, punk, reggae e folk, tra le più interessanti ed attive dell’intera scena dei Paesi Catalani. Nel frattempo, dopo Històries del Paradís (2008), due anni fa ha pubblicato il suo nuovo romanzo Totes les cançons parlen de tu.