Il 2 agosto 2017 l’Earth Overshoot Day

14_07 Immagine Terra vista da Luna (missione Apollo 2)«È una giornata che deve farci riflettere sulle nostre abitudini quotidiane e sui nostri stili di vita, ma anche ricordarci di quanto, come amministrazione, stiamo facendo per il contrasto agli sprechi e al consumo». È questo il messaggio del sindaco di Udine, Furio Honsell, per l’Earth Overshoot Day, il giorno che ogni anno segna l’esaurimento di tutte le energie rinnovabili della Terra e che per il 2017 cadrà proprio domani, 2 agosto. Una data che ogni anno, ormai inesorabilmente, cade con quattro o cinque giorni di anticipo: in base ai calcoli dell’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network, nel 2000 il giorno fatidico era arrivato a fine settembre. «Questa scadenza significa che in sette mesi la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse naturali generabili per il 2017 – spiega Honsell –. Un dato preoccupante se si pensa all’evoluzione che ha avuto il fenomeno: nel 1997 l’Earth Overshoot Day cadeva l’8 ottobre, nel 1987 il 25 ottobre, mentre bisogna tornare agli anni Sessanta per avere un equilibrio tra consumo e risorse rinnovabili».

Cosa fare quindi per invertire la tendenza? «Tutti dobbiamo impegnarci per ridurre gli sprechi nelle nostre azioni quotidiane, è l’unico modo per cercare di recuperare – sottolinea Honsell –. Basti pensare che secondo le stime se solo riducessimo del 50% gli sprechi alimentari potremmo guadagnare 10 giorni».

Gli sprechi alimentari gravano sul clima, sulle risorse idriche, sul suolo e sulla biodiversità. Secondo l’ultimo rapporto della FAO, ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale – ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi (esclusi pesci e frutti di mare), si aggirano intorno ai 750 miliardi di dollari l’anno.

«Come amministrazione – continua Honsell – ci siamo sempre impegnati in questo senso, formalmente con l’adesione alla Carta per una rete di enti territoriali a spreco zero (2012) e al Milan Urban Food Policy Pact (Expo 2015) e concretamente attraverso azioni di contrasto allo spreco alimentare. Ne sono esempi le iniziative educative nelle scuole quali il Contratto della Merenda (poiché una merenda sana, con un corretto apporto nutrizionale, riduce gli sprechi durante il pranzo in mensa), il progetto RIUSA Riduzione Udine Spreco Alimentare (con laboratori nelle classi in collaborazione con Last Minute Market) ma anche l’inserimento di misure antispreco nei bandi delle mense scolastiche e gli interventi di riutilizzo a fini sociali di prodotti invenduti/non consumati che vengono recuperati nella massima sicurezza e massima efficienza da reti locali costituite dalle istituzioni, dalle imprese e dal terzo settore. Così come molto importanti sono stati tutti i progetti messi in campo per ridurre il traffico e promuovere la mobilità sostenibile, come il Pedibus, il servizio di accompagnamento a scuola che ogni anno coinvolge centinaia di bambini, o ancora il Tavolo a Pedali che promuove l’uso della bicicletta in città».

 

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14_07 Immagine Terra vista da Luna (missione Apollo 2)«È una giornata che deve farci riflettere sulle nostre abitudini quotidiane e sui nostri stili di vita, ma anche ricordarci di quanto, come amministrazione, stiamo facendo per il contrasto agli sprechi e al consumo». È questo il messaggio del sindaco di Udine, Furio Honsell, per l’Earth Overshoot Day, il giorno che ogni anno segna l’esaurimento di tutte le energie rinnovabili della Terra e che per il 2017 cadrà proprio domani, 2 agosto. Una data che ogni anno, ormai inesorabilmente, cade con quattro o cinque giorni di anticipo: in base ai calcoli dell’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network, nel 2000 il giorno fatidico era arrivato a fine settembre. «Questa scadenza significa che in sette mesi la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse naturali generabili per il 2017 – spiega Honsell –. Un dato preoccupante se si pensa all’evoluzione che ha avuto il fenomeno: nel 1997 l’Earth Overshoot Day cadeva l’8 ottobre, nel 1987 il 25 ottobre, mentre bisogna tornare agli anni Sessanta per avere un equilibrio tra consumo e risorse rinnovabili».

Cosa fare quindi per invertire la tendenza? «Tutti dobbiamo impegnarci per ridurre gli sprechi nelle nostre azioni quotidiane, è l’unico modo per cercare di recuperare – sottolinea Honsell –. Basti pensare che secondo le stime se solo riducessimo del 50% gli sprechi alimentari potremmo guadagnare 10 giorni».

Gli sprechi alimentari gravano sul clima, sulle risorse idriche, sul suolo e sulla biodiversità. Secondo l’ultimo rapporto della FAO, ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale – ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi (esclusi pesci e frutti di mare), si aggirano intorno ai 750 miliardi di dollari l’anno.

«Come amministrazione – continua Honsell – ci siamo sempre impegnati in questo senso, formalmente con l’adesione alla Carta per una rete di enti territoriali a spreco zero (2012) e al Milan Urban Food Policy Pact (Expo 2015) e concretamente attraverso azioni di contrasto allo spreco alimentare. Ne sono esempi le iniziative educative nelle scuole quali il Contratto della Merenda (poiché una merenda sana, con un corretto apporto nutrizionale, riduce gli sprechi durante il pranzo in mensa), il progetto RIUSA Riduzione Udine Spreco Alimentare (con laboratori nelle classi in collaborazione con Last Minute Market) ma anche l’inserimento di misure antispreco nei bandi delle mense scolastiche e gli interventi di riutilizzo a fini sociali di prodotti invenduti/non consumati che vengono recuperati nella massima sicurezza e massima efficienza da reti locali costituite dalle istituzioni, dalle imprese e dal terzo settore. Così come molto importanti sono stati tutti i progetti messi in campo per ridurre il traffico e promuovere la mobilità sostenibile, come il Pedibus, il servizio di accompagnamento a scuola che ogni anno coinvolge centinaia di bambini, o ancora il Tavolo a Pedali che promuove l’uso della bicicletta in città».

 

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