Il Dalai Lama, leader spirituale del buddismo tibetano, compie oggi 85 anni. In un video messaggio diffuso dalla città indiana di Dharamsala, dove vive in esilio, il Dalai Lama ha invitato i suoi seguaci a non organizzare festeggiamenti, a causa della pandemia di coronavirus. Tuttavia, per l’occasione, si terranno preghiere ed eventi online in tutto il mondo per dedicargli “un anno di gratitudine”. Per l’occasione, oggi viene anche pubblicato l’album “Inner World”, nel quale il Dalai Lama recita mantra, meditazioni e insegnamenti con l’accompagnamento di musica.
“Riflettere sulla spiritualità, sulla pace, sulla giustizia e più in generale sulla vita e il suo significato: la visita del Dalai Lama a Udine non è un evento spettacolare ma un momento di confronto, di crescita interiore”.
Con queste parole Don Pierluigi di Piazza ha descritto la visita del Dalai Lama a Udine il 22 maggio 2012. Qualcosa di “spettacolare” e di incredibile però forse c’è: il fatto che Sua Santità torni per la seconda volta in cinque anni proprio a Udine e che abbia scelto come unica tappa italiana di questo viaggio europeo la nostra città, “piccola” e decentrata a nord est.
Nato il 6 luglio 1935 in un piccolo villaggio del nord-est del Tibet, Tenzin Ghiatso viene riconosciuto, prima ancora di aver compiuto tre anni, come la reincarnazione dei suoi tredici predecessori, manifestazioni terrestri di Cenresig, Bodhisattva della compassione.
A quattro anni Tenzin Ghiatso viene posto sul trono di Lhasa, capitale del Tibet, con lo scopo di assumere, all’età consentita, la direzione del suo popolo. A sei anni diviene monaco e riceve un’educazione estremamente qualificata, per essere formato spiritualmente e preparato a dirigere il paese.
Nel 1949 la Cina invade il Tibet e il popolo Tibetano reclama l’assunzione dei pieni poteri da parte del Dalai Lama che, pur essendo ancora adolescente, comprende molto presto l’impossibilità di un’intesa fra Cina Tibet.
Rifiuta fermamente la lotta armata per rimanere fedele all’intento del Buddha e farsi portavoce della non violenza. Nonostante le difficoltà politiche, Tenzin Ghiatso supera brillantemente il suo dottorato in studi Buddhisti e consegue il titolo universitario più elevato: Ghesce Larampa.
Qualche giorno più tardi S.S. Il Dalai Lama deve rassegnarsi a fuggire per evitare un massacro del suo popolo (che ha luogo comunque ) che si era preparato a difenderlo dall’esercito cinese.
Il Pandit Nerhu lo accoglie calorosamente offrendogli asilo politico in India, così come lo offre agli ottantamila Tibetani in fuga dalle persecuzioni cinesi.
Attualmente il Dalai lama risiede a Dharamsala, in un villaggio situato nell’Hymalaia indiana, da dove dirige il governo in esilio, continua a insegnare il Buddhismo e a dedicare grandi energie per coinvolgere gli altri paesi alla causa del Tibet e della Pace nel mondo. Egli non tornerà nel suo paese sino a quando non sarà in grado di garantire la libertà del popolo Tibetano.
Quandanche tale condizione si rendesse possibile, ha dichiarato pubblicamente che non assumerebbe alcuna posizione ufficiale in un futuro Tibet libero, al fine di promuovere l’instaurazione e lo sviluppo di una sana democrazia.
Nel dicembre 1989 sua santità ha ricevuto il Premio Nobel per la pace in omaggio al suo impegno nella diffusione della non violenza come mezzo per riconquistare la libertà della sua terra.
Lungi da facili idealismi, il Dalai Lama crede fermamente e opera per l’edificazione di un mondo più pacifico e per il miglioramento della condizione umana. Per le sue doti di profonda compassione e intelligenza, concretamente espresse nella sua opera di convinto pacifismo, il Dalai Lama è oggi uno dei più rispettati e amati leader spirituali viventi. Nel corso dei suoi numerosi viaggi, ovunque si trovi, supera ogni barriera razziale, religiosa e politica toccando profondamente il cuore di chi lo ascolta, con l’autenticità dei suoi sentimenti di pace e di compassione, di cui è instancabile messaggero.