Il popolo dei forconi ricorre contro l’Italia alla corte di Strasburgo

Il popolo dei forconi ricorre contro l’Italia alla corte di Strasburgo

“La Costituente Rete Civica Nazionale che raccoglie movimenti territoriali e che saranno protagonisti della grande manifestazione di domani lunedì 9 dicembre ricorrerà contro lo stato italiano alla Corte Europea dei Diritti dell’ uomo a Strasburgo per ‘violazione dei diritti umani e della dignità della persona umana’ per l’oppressione fiscale e la conseguente perdita e chiusura sia delle aziende che dei posti di lavoro con un aumento della disoccupazione che sta portando il nostro paese al declino. Inoltre, ravvisa la palese violazione dell’art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana”. Lo ha annunciato all’ assemblea di “Campania Positiva” svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il presidente della Costituente, Angelo Todaro. Alla conferenza – dice in una nota – era presente il sindaco di Verona Flavio Tosi invitato dagli organizzatori. “Il ‘non fare’ – ha affermato Todaro – costa 40 miliardi l’anno. In due anni,il 2012 e il 2013, l’Italia ha pagato un conto salatissimo per la mancata realizzazione di opere strategiche, funzionali alla crescita del paese.Il costo di quanto non è stato fatto è ricaduto su imprese e cittadini, ed è quantificabile in quasi 82 miliardi di Euro”.
Dal dicembre 2011 il governo italiano, ha ribadito Todaro ”ha inasprito le azioni fiscali contro le imprese e di conseguenza contro i lavoratori con la scusa dell’imminente default anche in conseguenza dello stato di gravità di un altro paese dell’ area Ue come la Grecia e poi il Portogallo. Il governo Letta non ha fatto altro che procedere su questa strada e le banche, pur aiutate dalla Bce, non erogano più fidi alle imprese, che sono costrette a chiudere lasciando sul lastrico intere famiglie. Imprenditori che si suicidano per l’oppressività di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate”.
L’Italia, ha concluso, “è il paese con le tasse più alte nell’ area dell’ Unione Europea che costringono molte imprese ad emigrare verso paesi vicini come la Svizzera, l’Austria, la Slovenia, la Slovacchia, la Francia e nell’area extra-Ue la Serbia. Tutto ciò ha generato frustrazione e povertà nelle famiglie”.