Modello Trieste, ovvero accoglienza diffusa. È questo l’esito dell’odierna riunione convocata dal prefetto del capoluogo del Friuli Venezia Giulia, Francesca Adelaide Garufi, per fare il punto sulla situazione locale con, fra gli altri, l’assessore regionale alla Solidarietà, Gianni Torrenti, il sindaco Roberto Cosolini e i primi cittadini della provincia giuliana. “Dopo avere esaminato tutte le opportunità emerse già nel passato incontro in funzione di un’accoglienza diffusa in strutture demaniali – ha affermato Torrenti, recependo le indicazioni del prefetto rispetto alla necessità di condividere tutte le scelte con il territorio – è stato deciso di optare per l’ex caserma della Polizia in località Lazzaretto, a Muggia, dove potranno essere ospitate temporaneamente alcune decine di profughi non appena saranno completati i necessari lavori di ripristino. Di questo risanamento – ha aggiunto l’assessore – beneficerà comunque l’intera comunità in quanto, ad emergenza finita, l’area sarà destinata ad attività locali”. Sempre in tema di accoglienza diffusa, è stato inoltre riferito che vi sarà un alleggerimento delle presenze nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, con lo spostamento di un certo numero di profughi nel Pordenonese. Ai sindaci della provincia di Trieste, Torrenti ha inoltre comunicato che la Regione sta monitorando la situazione profughi provenienti dai Balcani ma, allo stato attuale, non si ravvisano criticità imminenti. A tal proposito, è intervenuta anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ribadendo che “gli appuntamenti europei del 22 e 23 settembre saranno decisivi per chiarire gli sviluppi futuri della politica d’accoglienza della UE e della gestione dell’emergenza. In particolare – ha sottolineato – ci si aspetta vengano prese decisioni in merito a eventuali corridoi umanitari e sistema dei riconoscimenti”
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