Nel primo trimestre del 2010, le Fiamme Gialle del Friuli Venezia-Giulia hanno controllato quasi mille veicoli intestati a ditte straniere e tra questi sono stati sottoposti a fermo amministrativo, per un periodo di tre mesi, sette autoarticolati. Questi risultati sono il frutto dei servizi di controllo mirati che i finanzieri hanno predisposto presso i valichi confinari con le Repubbliche di Austria e Slovenia, volti ad accertare il rispetto, da parte degli autotrasportatori, delle normative del settore, in particolar modo degli operatori extra-comunitari.
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Le sanzioni amministrative contestate ammontano ad oltre 45.000 euro. Nel corso delle operazioni si e’ accertato che in due casi gli autoarticolati avevano un peso superiore a quello previsto per il mezzo ed in altre otto verifiche, sono state constatate violazioni di varia natura, tra cui il possesso, da parte di qualche autista, di patenti internazionali scadute. Il tutto e’ poi da considerare in un’ottica di forte prevenzione, nella considerazione di una costante presenza di controlli. In particolare, e’ stato appurato che taluni vettori extracomunitari erano del tutto privi di qualsivoglia autorizzazione all’effettuazione di trasporti internazionali e per tale motivo sono stati bloccati al momento del loro ingresso in territorio nazionale.
Altri vettori, invece, pur essendo in possesso di una regolare autorizzazione, non si erano attenuti alle norme previste dall’ordinamento nazionale italiano che ha previsto delle specifiche limitazioni, prevedendo la possibilita’, da parte degli operatori stranieri di procedere unicamente a due consegne a clienti italiani nell’ambito del trasporto internazionale (c.d. cabotaggio). Le disposizioni di legge che regolano tale comparto prevedono, infatti, che il trasporto di cabotaggio sia contraddistinto dalla temporaneita’ del servizio stesso e che non possano pertanto eseguirsi piu’ di due trasporti in territorio nazionale nei sette giorni successivi ad un trasporto internazionale.
Per eludere la normativa sopra indicata, gli operatori scorretti ricorrevano ad una prassi frequente ma illecita nel commercio internazionale, consistente nella modifica del luogo di consegna della merce durante il transito. Grazie a questo escamotage, quindi, il vettore ‘prolungava indebitamente’ il trasporto internazionale ed invece di eseguire un unico viaggio da un Paese all’altro, effettuava numerose soste sul suolo italiano, scaricando e caricando merci in Italia per conto di soggetti diversi.
Il ricorso a tale pratica consentiva di operare trasporti interni per il tramite di imprese compiacenti, che potevano permettersi di praticare prezzi piu’ bassi rispetto a quelli mediamente applicati dagli operatori italiani. L’attenzione delle Fiamme Gialle verso questi comportamenti fraudolenti continuera’ anche nell’immediato futuro, al fine di tutelare la libera e corretta concorrenza nello specifico settore.
Fonte: Adnkronos