Nella giornata mondiale delle vittime della strada ci domandiamo: è stato raggiunto l’obiettivo italiano ed europeo di dimezzare nel 2020 il numero delle vittime di incidenti stradali registrato nel 2010? Purtroppo no: né a livello nazionale, e neppure in Friuli-Venezia Giulia. Nel 2010 nella nostra regione erano morte per questo 103 persone e 5.137 erano rimaste ferite; nel 2019 ci sono state 72 vittime e 4.402 feriti. Negli ultimi cinque anni il numero di incidenti stradali è leggermente diminuito (da 3.538 a 3.321), ma siamo tornati al livello del 2013-2014. Questo non vale per tutte le province: in quella di Udine il numero è addirittura aumentato. Sempre negli ultimi cinque anni, i morti per incidente in Friuli-VG sono leggermente aumentati, ma mentre in provincia di Pordenone sono dimezzati, sono aumentati nelle provincie di Udine e di Gorizia e quasi raddoppiati in provincia di Trieste. Tra il 2015 e il 2019 il numero di feriti in incidenti stradali in regione si è leggermente ridotto, tornando però al livello del 2014. Questo vale per le province di Trieste e Pordenone, mentre in provincia di Udine il numero di feriti è stazionario e in provincia di Gorizia è addirittura aumentato. Si può ipotizzare che il leggero calo in regione sia dovuto sia al miglioramento dei sistemi di sicurezza dei veicoli, sia agli interventi per ridurre l’incidentalità soprattutto sulle strade extraurbane. Per questo è utile verificare anche l’andamento degli incidenti nei centri urbani, esaminando i dati dei capoluoghi di provincia negli ultimi cinque anni. Nel periodo 2015-2019 il numero di incidenti nei capoluoghi è diminuito dappertutto, di meno però nel Comune di Pordenone. Gli effetti di questi incidenti sono differenziati: i morti sono quasi raddoppiati nel Comune di Trieste, i feriti invece sono leggermente diminuiti a Trieste ma sono aumentati a Pordenone, Gorizia e Udine. Evidentemente le politiche di moderazione del traffico, che i Comuni avrebbero dovuto attuare in applicazione dei Piani del Traffico, non sono ancora sufficienti e i risultati tardano a vedersi.
Tra i vari altri dati rilevati da Istat e Aci, spicca la quantità dei pedoni feriti o uccisi negli incidenti in Friuli-VG: ben 406 pedoni feriti su 4.402 feriti totali nel 2019, e 10 pedoni morti su 72 morti totali. Di questi 10 , ben 6 sono i pedoni uccisi nel Comune di Trieste (dove in effetti i morti per incidenti sono in aumento).
I cosiddetti utenti deboli della strada, cioè chi è più esposto a danni in caso di incidente (pedoni, ciclisti, anziani, bambini) sono ancora oggi dimenticati dalle politiche della mobilità praticate da Comuni e Regione, nonostante le dichiarazioni ufficiali, i piani e gli obiettivi dicano sempre il contrario.
Eppure le scelte da fare sono molto chiare: zone a 30 Km/h per tutte le strade urbane (esclusi gli assi di scorrimento); marciapiedi spaziosi, più aree pedonali e percorsi pedonali sicuri; percorsi ciclabili sicuri e attrezzatura diffusa per la sosta delle bici; aree scolastiche intorno alle scuole, permanenti o temporanee, per permettere di andare a scuola a piedi e in sicurezza; sistemi di trasporto pubblico efficiente, anche a chiamata, per ridurre la mobilità motorizzata.
Con le recenti modifiche al Codice della Strada i Sindaci hanno nuovi poteri per realizzare presto queste misure: quante bike lanes sono state realizzate in FVG dopo l’emergenza Covid? Quante nuove zone 30 sono state messe in cantiere? Quante strade scolastiche sono state realizzate? A queste domande i Sindaci e la Regione devono rispondere, perché ne va della vita di tutti i cittadini.
Fonte: dati Istat/Aci.