In ginocchio il trasporto aereo del FVG

In ginocchio il trasporto aereo del FVG

E’ in ginocchio il trasporto aereo del Friuli Venezia Giulia, interessato, così come tutti gli scali italiani, da una crisi senza precedenti. A pagare il prezzo salatissimo della pandemia ancora in atto non è solo il centinaio di dipendenti dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, ma anche tutto l’indotto che vi gravita attorno e che conta almeno 500 addetti. “Siamo di fronte ad una crisi inedita e non abbiamo esperienze pregresse sulle quali tararci” – va dritto al punto per la Fit Cisl Fvg, Antonio Pittelli, rimarcando l’asset strategico rappresentato dal trasporto aereo, che a livello nazionale, prima del Covid, pesava 3,6 punti di Pil e generava un valore economico di 485 euro per ciascun passeggero, al netto del costo del biglietto. “Riteniamo che l’agenda della Giunta regionale e del nuovo Governo debba avere al suo interno il rilancio di questo settore, che è  portante della nostra economia. Trasporto aereo vuol dire veicolare maggiormente il turismo e innescare un moltiplicatore di crescita che interessa tutti i settori dell’economia. E nella nostra regione significa soprattutto svincolarci da una situazione periferica assolutamente penalizzante, puntando anche su investimenti specifici a vantaggio del trasporto cargo che in Friuli Venezia Giulia detiene una quota importante dei traffici e del valore economico dello scalo”. “In questo momento – conclude Pittelli – non riteniamo opportuno e immediatamente utile il ricorso alle manifestazioni di piazza: certo è che restiamo pronti alla mobilitazione se questo tema non sarà tenuto nella massima attenzione”.