Terremoto, tsunami e l’eruzione del vulcano Merapi. Indonesia in ginocchio. Il vulcano Merapi è uno dei più attivi dell’Indonesia e ieri 27 ottobre 2010 ha dato dimostrazione della sua potenza eruttiva esplodendo in ceneri e gas che hanno provocato la morte di almeno 28 persone e il ferimento di altre 14. Tutti i villaggi colpiti sono ricoperti da un fitto manto di cenere bianca e si scava per cercare i superstiti. Sul posto è arrivata la Croce Rossa per cercare di recuperare tutto il possibile, ma soprattutto offrire riparo e protezione alle popolazioni.
Il vulcano Merapi sorge nei pressi della città di Giokarta, sull’isola di Giava, e dopo l’eruzione le autorità stanno cercando di evacuare le oltre 11mila persone che vivono nei villaggi alle pendici del monte, ma molte case sono state già distrutte dal peso della cenere piovuta in grandi quantità. I 28 morti sono stati causati dalle ondate di calore emesse dal vulcano in serata e molte altre persone hanno riportato ustioni così gravi da renderle irriconoscibili. I feriti restano 14, ma si spera di ritrovare molte persone per ora disperse.
La notizia che allarma di più gli abitanti della zona è che tra i dispersi ci sarebbe anche il vecchio guardiano spirituale del monte, Mbah Maridjan, che per molti javanesi disporrebbe di poteri magici. Gli indonesiani che danno estrema importanza ai segni e la sparizione del vecchio guardiano potrebbe essere considerato un ulteriore punizione della natura. Intanto, il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono è rientrato in patria da Hanoi dove stava partecipando ad un summit e ora si sta prodigando nel dirigere gli aiuti e i soccorsi alla sua gente. I vulcanologi hanno tranquillizzato la popolazione: il Merapi è calmo e per ora non si prevede nessuna altra eruzione imminente. La paura rimane e da tutto il mondo arrivano messaggi e materiali di solidarietà
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