In attesa del picco dei casi, previsto tra fine gennaio e febbraio, continua a crescere il numero di italiani costretti a letto dall’influenza: sono stati 379.000 nella settimana passata, per un totale, dall’inizio della stagione influenzale, di 1,6 milioni. E che la curva sia in ‘salita’ lo confermano anche i medici di famiglia, che sottolineano come nell’ultimo periodo le visite negli studi per sintomi o conseguenze da virus influenzali siano raddoppiate. A rivolgersi al medico, rileva il segretario della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg) Giacomo Milillo, “sono in questi giorni soprattutto uomini e donne di mezza età e lavoratori, con sintomi influenzali dovuti spesso alla permanenza in ambienti chiusi come gli uffici, dove maggiore è il rischio di contagio”. Tuttavia, “non c’é una situazione di allarme – rassicura – anche se il timore è che il numero dei casi quest’anno possa risultare, alla fine, maggiore a causa del calo registratosi nella vaccinazione antinfluenzale”. Ma se è bene rivolgersi al medico in caso di dubbi, sconsigliata è invece la ‘corsa’ al Pronto soccorso, come sottolinea lo stesso ministro della Salute Renato Balduzzi. Al Pronto soccorso, ribadisce il ministro, “bisogna andare solo quando serve davvero e un’influenza è una patologia che si può trattare e curare a prescindere dal Pronto soccorso. Ci sono altri strumenti: innanzitutto il contatto con il medico di famiglia, fatte salve naturalmente situazioni particolari legate a patologie croniche o con complicanze”. In generale, ha aggiunto, “non ci sono motivi di particolare allarme”. Insomma, recarsi al Pronto soccorso solo in presenza di sintomi quali febbre o piccoli disturbi è inutile, e rischia solo di creare situazioni di ‘sovraccarico’ per i reparti di emergenza-urgenza. Il consiglio degli esperti è dunque quello di rivolgersi al medico di base (anche telefonicamente), non prendere antibiotici (a meno che sia il medico ad indicarli) e ricorrere al Pronto Soccorso solo per sintomi che fanno sospettare bronchiti o polmoniti in bambini piccoli, malati cronici non vaccinati e persone anziane. Intanto, un’impennata di casi già si registra tra i bambini e gli adolescenti compresi nelle fasce di età 0-4 e 5-14 anni, sulla base degli ultimi dati del sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità Influnet. In particolare, nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 18,73 casi per mille assistiti e nella fascia di età 5-14 anni è pari a 12,67. In totale l’incidenza dell’influenza è in aumento, registrando 6,25 casi per 1000 assistiti. Al momento, le Regioni con la più alta prevalenza di malattia (superiore a 9 casi per 1000 assistiti) sono Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Molise, Campania e Sardegna.
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