La classifica dei comuni dove si vive meglio in provincia di Udine

La classifica dei comuni dove si vive meglio in provincia di Udine

BENESSERE_COMUNI_UD_28_5_14_def28 maggio 2014 – La classifica generale indica in Moimacco il comune della provincia di Udine dove si vive meglio, seguono San Giovanni al Natisone e Premariacco. Se si considerano invece le migliori condizioni per fare impresa il primo posto va a San Giovanni al Natisone seguito da Moimacco e Chiopris Viscone. Se infine si considerano i dati del solo indicatore di benessere della popolazione il comune migliore risulta Remanzacco, seguito da Campoformido e Moimacco.Questo dice l’indicatore messo a punto dall’Ufficio studi di Confartigianato Udine con la collaborazione del Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Università di Udine che ha misurato, lavorando su dati ufficiali e aggiornati, il grado di “benessere” dei 135 comuni della provincia di Udine prendendo in considerazione due voci: il benessere generale della popolazione e quello relativo alla facilità di fare impresa, misurati attraverso 16 variabili disponibili a livello comunale, abbastanza aggiornate e di fonte ufficiale.

 

“L’obiettivo – hanno spiegato Nicola Serio dell’Ufficio studi di Confartigianato Udine e il direttore dell’associazione Gian Luca Gortani, affiancati da Stefano Comino e Marco Castellani, rispettivamente ricercatore del Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Università di Udine e titolare di un tirocinio in Confartigianato Udine – era quello di fotografare la situazione attuale per capire in quali aree della provincia si viva meglio non solo da cittadini, ma anche e soprattutto da aziende”.

“Non deve sorprendere che i comuni del Distretto della sedia si collochino ai primi posti di questa classifica – ha sottolineato Franco Buttazzoni, vicepresidente vicario di Confartigianato Udine – poiché da anni stiamo sottolineando che il Distretto, pure in forte crisi, non è affatto morto sotto il profilo economico. Anzi, i decenni di sviluppo hanno costruito un tessuto produttivo, sociale ed economico in cui è ancora possibile fare impresa in modo più facile che in altre zone della nostra provincia. Inoltre va sottolineato che territori come la Carnia presentano un gruppo di comuni con un livello di benessere medio-alto, il che testimonia come la montagna non sia omogenea dal punto di vista delle opportunità di sviluppo”.

“A pesare sull’indicatore – hanno spiegato Serio e Comino – sono infatti variabili come la presenza di aziende dei settori high tech e del made in Italy, la densità di imprenditori sulla popolazione, la presenza di forme aziendali più strutturate, la natalità d’impresa e la diffusione dell’imprenditoria giovanile”. Per quanto riguarda l’indicatore sulla qualità della vita incidono variabili come la struttura della popolazione per età e reddito, il tasso di fecondità e la diffusione della raccolta differenziata, ma anche la scelta di destinare al Comune il 5 per mille o il pagamento del canone Rai.

“Più in generale questo esercizio statistico si collega alla elaborazione su scala nazionale del BES, un indicatore di benessere equo e sostenibile in grado di superare o almeno integrare il Pil, anche nell’orientare le scelte di politica economica” ha sottolineato Nicola Serio, mentre il direttore Gortani ha anticipato l’intenzione di utilizzare questo indicatore a supporto dell’attività di dialogo e confronto con le amministrazioni comunali, vista la sua capacità di evidenziare i punti di forza e di debolezza su cui intervenire e la possibilità di individuare casi “di successo” in termini di politiche locali all’interno di comuni simili per dimensione e territorio.