Per gli appassionati di storia e di incantesimi è uscito il libro della leggenda Carnica delle Mosche Bianche di Eleonora Antonini. Si tratta di una leggenda conosciuta da pochissimi che parla del misterioso abbandono di un antico abitato chiamato Fàuz, collocato in mezzo al bosco e rimasto lì nei secoli.
Eleonora Antonini è nata nel 1983 a Tolmezzo e vive a Enemonzo, è laureata in economia, laurea magistrale all’Università degli studi di Udine e ora lavora come impiegata.
“La leggenda delle mosche bianche” è la sua prima pubblicazione.
Le sue passioni sono gli animali e tutto quello che è creativo. Di recente è passata alla creazione di gioielli per cercare una nuova strada espressiva per arricchire il suo lato artistico.
Questo libro rappresenta i lati della vita che più l’affascinano: il romanticismo, l’avventura, la magia e la storia.
Il libro è totalmente ambientato in Carnia.
La montagna del Friuli è per lei un luogo incantato ma purtroppo poco valorizzato e in via di abbandono per la scarsa possibilità di impiego.
Chi fosse interessato al libro può contattare la pagina Facebook “Alla Ricerca Di Fàuz”
TRAMA
Fauz, 21 giugno 1340
Era il giorno della festa della fienagione, nonché del solstizio d’estate. Le antiche tradizioni celtiche erano ancora parte della vita degli abitanti del villaggio. Era un giorno di pace ed allegria.
Madre natura e le sue fate potevano stare tranquille, le streghe sembrano essersi placate.
Ma fu anche il giorno che segnò l’inizio di un cambiamento: quello di Sabina con Gjuan, il fidanzato della sua migliore amica Teresa.
Mai e poi mai la ragazza si sarebbe immaginata che, quello che avrebbe scoperto, avrebbe trasformato tutto. Non solo la sua vita, ma quella di tutti sarebbe cambiata per sempre.
Stalis, 21 giugno 2004
Era il giorno del solstizio d’estate, ed io dovevo studiare per prepararmi ad un esame.
Mi rifugiai nella casa dei bisnonni, in quel piccolo paesetto quasi dimenticato, sicuramente avrei potuto compiere il mio dovere indisturbata.
Ma le cose programmate difficilmente finiscono come le avevi ipotizzate.
Mai e poi mai avrei immaginato che, quello che avrei scoperto, avrebbe dato inizio ad un’avventura. Non solo la mia vita, ma anche quella di chi si è avventurato con me, si è arricchita per sempre.
SINOSSI
Sin dall’inizio l’opera punta a catturare l’attenzione in due epoche differenti, ma assolutamente intrecciate tra loro.
Attraverso abili sbalzi temporali tra passato e presente, infatti, due storie diverse si svolgeranno parallelamente, ma in epoche diverse.
C’è la storia di due giovani innamorati, Gjuan e Sabina che vivono in un piccolo abitato di origine celtica. Il loro amore però è ostacolato da una strega.
Tutto comincia nell’anno 1340 durante il giorno della festa della fienagione, nonché del solstizio d’estate.
Fu il giorno che segnò l’inizio di un cambiamento: quello di Sabina con Gjuan, il fidanzato della sua migliore amica Teresa.
I due protagonisti con l’aiuto del folletto Rif riusciranno a superare tutti gli ostacoli che gli si porranno davanti.
La storia dei due ragazzi alla fine svelerà anche un vecchio segreto, costituito sempre da amore e vendetta.
Poi c’è la storia di una ragazza che trova, nel 2004, a casa dei suoi bisnonni un sasso scolpito che proviene da questo antichissimo villaggio che porta con se la leggenda delle mosche bianche.
La storia della ricerca dell’abitato racconta i luoghi e le tradizioni della Carnia in chiave moderna, è una descrizione che nasce raccontando la vita quotidiana tra racconti, dialoghi e riflessioni.
Il passato quindi influenza l’attualità che, grazie alla leggenda, riesce a spingere la ricerca e la riscoperta delle origini di un territorio e di tutta la sua storia costituita da suggestivi miti e leggende. La leggenda, conosciuta da pochissimi, parla del misterioso abbandono di un antico abitato chiamato Fauz, collocato in mezzo al bosco e rimasto li nei secoli.
Al di là della trama fantastica principale, l’opera rappresenta un importante monito per tutti i lettori affinché la bellezza e la storia delle proprie terre non vengano mai lasciate a se stesse, ma al contrario valorizzate; di non sottovalutare mai il caso ma al contrario credere fortemente nel destino e nei suoi segnali e, soprattutto, di non rinunciare mai in ciò che si crede ed esprimersi sempre al meglio.