“Si crei un green pass aziendale, facendo in modo che valga esclusivamente per l’accesso al lavoro, non per accedere al cinema o al ristorante”.
È questa la proposta che la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, ha lanciato oggi a Giancarlo Giorgetti nel corso di un incontro che il ministro dello Sviluppo economico ha avuto con le categorie produttive regionali.
“Siamo consapevoli – spiega la presidente – che bisogna incentivare al massimo la vaccinazione, ma non possiamo sottovalutare il problema della continuità produttiva. Ricordo che le imprese hanno sostenuto il Paese nel periodo più buio della crisi Covid, come del resto è accaduto anche durante le precedenti crisi. Sarebbe assurdo mettere in discussione il funzionamento del motore produttivo proprio ora che sta tornando a marciare ad alti livelli”.
Cosa potrebbe mettere in discussione la produzione? “Dal 15 ottobre – rimarca Anna Mareschi Danieli –, data di entrata in vigore dell’obbligo di green pass per accedere al lavoro, un’impresa scoprirà realmente quanti collaboratori saranno dotati di green pass, quanti saranno disponibili ad effettuare un tampone a costo proprio, quanti saranno disponibili al tampone a costo aziendale e quanti invece resteranno direttamente a casa. Alcune imprese stanno pensando di pagare i tamponi pur di assicurarsi una quantità di accessi al lavoro in grado di garantire continuità produttiva. Una scelta che sarebbe dettata dalla necessità, ma che di per sé da un lato disincentiverebbe il ricorso al vaccino, che invece noi sosteniamo, e dall’altro potrebbe creare pesanti malumori fra chi il vaccino lo ha già fatto”.
“Per questa ragione – conclude la presidente – si potrebbe pensare all’introduzione di un green pass aziendale. Garantirebbe l’accesso al lavoro, ma non potrebbe essere utilizzato per recarsi al ristorante o al cinema, tanto per fare un paio di esempi. Sarebbe una soluzione pratica, civicamente molto più corretta e che, per una volta, non impatterebbe in maniera eccessiva sulle imprese”.