Scuole, confronto tra la Giunta provinciale e gli studenti su edilizia, trasporti e offerta formativa.
L’allarme di Fontanini per la gestione dei plessi nel dopo Province, aspetto sul quale si interroga anche la Consulta provinciale degli studenti.
Centotrenta edifici scolastici che accolgono 22 mila studenti. E’ l’universo delle scuole superiori che la Provincia di Udine gestisce attraverso interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria per diversi milioni di euro all’anno, copertura delle spese di funzionamento (utenze, spese d’ufficio, trasporti dalle scuole alle palestre, arredi e attrezzature), oltre a formulare, mediante il confronto diretto con i dirigenti e il territorio, il piano dell’offerta formativa e, di conseguenza, l’assegnazione degli spazi e la miglior organizzazione (di concerto con Saf) del trasporto scolastico.
Una gestione complessa ma sviluppata in modo armonico condotta dall’Ente da Tarvisio a Lignano, passando per Tolmezzo, Gemona, San Daniele, Udine, Cividale, Pozzuolo, Cervignano, Latisana, Codroipo, San Giorgio, Palmanova e San Pietro; un impegno capillare che si traduce in interventi puntuali e uniformi sul territorio e sul cui futuro, con la chiusura delle Province, il presidente Pietro Fontanini nutre grande preoccupazione.
L’ha espressa anche oggi – giovedì 28 gennaio – rispondendo al “question time” della Consulta provinciale degli studenti di Udine (Cps) che, nella prima seduta del nuovo anno, ha riservato una parte dei lavori al “faccia a faccia” con la Giunta provinciale per porre alcuni interrogativi a partire proprio dalle prospettive future della gestione delle scuole alla luce della riforma degli enti locali. “Il Comune di Udine che è attrezzato, potrà far fronte anche alla gestione delle scuole superiori – ha detto Fontanini –, ma i Comuni periferici come affronteranno questa nuova e articolata competenza? Vi sarà garanzia di uniformità sul territorio come è stato finora con una gestione unitaria in capo alla Provincia? La scadenza del passaggio delle funzioni non è poi così lontana: dal 1 luglio, infatti, le Unioni territoriali intercomunali (Uti) saranno chiamate a svolgere tale compito. Ma queste nuove “provincette” non stanno partendo con il piede giusto visti i ricorsi presentati al Tar e la levata di scudi di molti sindaci. Anche la gestione delle scuole comporterà non poche problematiche. Mi auguro che non venga compromesso il lavoro fatto finora e di conseguenza i servizi per gli studenti. Chi se ne occuperà, infatti, dovrà risponderne in prima persona”.
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