Il nostro unico obiettivo coincide con quello del Ministero della Salute: l’incolumità delle partorienti e dei bambini. Per questo puntiamo a una riorganizzazione dei Punti Nascita (prima della Riforma della Sanità regionale erano 11 in Friuli Venezia Giulia, ora sono 10), chiudendo per ragioni di qualità e sicurezza quelli con volumi di attività troppo ridotti, al di sotto dei 500 parti all’anno. E accrescendo l’efficienza di tutti gli altri, in termini di disponibilità per le 24 ore di ginecologi, pediatri neonatologi e ostetriche, e di presenza a corto raggio di un servizio di terapia intensiva neonatale e subintensiva per le madri”.
Lo conferma l’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca, sottolineando ancora una volta che la decisione di chiudere un Punto Nascita risponde unicamente alla logica di rispettare standard nazionali e internazionali, e alla necessità più volte dichiarata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di non concedere deroghe.
Dunque una linea precisa e soprattutto “nessun proposito di danneggiare un territorio a vantaggio di un altro”. Non solo: in Friuli Venezia Giulia nascono sempre meno bambini: erano 9.907 nel 2012, sono stati 8.815 nel 2015 (- 11 per cento). “È un dato che ci fa riflettere e che non acquisiamo senza occuparci di come invertirlo – spiega Telesca – ma è un dato di cui necessariamente si deve tener conto nella Programmazione sanitaria per non disperdere risorse professionali ed economiche”.
Per quanto riguarda poi in particolare Latisana, l’eventuale chiusura di quel Punto Nascita, “peraltro ancora non decisa”, non è frutto di un accordo con il Veneto. “L’ipotesi che la chiusura del Punto Nascita di Latisana sia stata concordata in qualsiasi modo con il Veneto è decisamente fantasiosa”, ribadisce l’assessore.
“E un’altra invenzione dei Grillini è anche l’affermazione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Ussai e Sergo, secondo cui Serracchiani avrebbe voluto scaricare la responsabilità di un’eventuale chiusura di Latisana sulla Regione Veneto. È noto a tutti da tempo che la Programmazione sanitaria del Veneto prevede il mantenimento del Punto Nascita di Portogruaro”.
“Ai consiglieri pentastellati, che evidentemente amano la demagogia più della salute delle partorienti, suggerisco di non leggere libri che alimentano le teorie dei complotti, ma piuttosto i documenti prodotti negli ultimi anni a livello ministeriale, cui tutte le Regioni devono attenersi; primi fra tutti quelli su Gli standard per la valutazione dei Punti Nascita e l’Accordo Stato-Regioni sulle Linee di indirizzo 2010-2012 per la promozione e il miglioramento della qualità della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Scoprirebbero che istituzioni serie devono sempre fare scelte responsabili, nell’interesse di tutti”.