Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio “Una vita per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati: macchè, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa “che aveva a che fare con la musica/e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita/e come non puoi isolare una sola nota e dire/se va bene o no: devi aspettare / che sia finita”. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di “Ragazze”, alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da “Ragazze” su su fino ad “Adlib”, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa “che aveva a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo. Piccole romanze recitate. Arie. Riproporle, oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione antologica, ma anche e forse soprattutto un’occasione per cucire insieme momenti in apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo che li unisce, ed è saldo, e regge al tempo e all’usura.
Prezzi biglietti:
Intero € 18,00
Ridotto € 12,00
(Ridotto Abbonati Stagione di Gemona del Friuli € 10,00)