Nel fine settimana la colonnina di mercurio si è tenuta costantemente sopra i 20 gradi. Temperature estive, che risvegliano la voglia d’andare al mare, ma che quest’anno non si accompagnano al solito serpentone d’auto dirette alle località balneari Fvg. A Lignano oltre la metà delle imprese sono ancora sospese, come “certificato” dall’ufficio studi di Confartigianato Imprese-Udine.
Su 1.982 localizzazioni ben 679 sono chiuse del tutto, 419 sono limitate all’attività per asporto o a domicilio. Si tratta del 55,4% del totale: aziende pronte ai blocchi di partenza in attesa di uno start che quest’anno sembra non arrivare più.
«Il tempo a disposizione è finito». A dirlo sono i vertici provinciali e mandamentali di Confcommercio e Confartigianato Udine alleati una volta di più dinnanzi a una stagione che si annuncia la più difficile degli ultimi anni. Dalle istituzioni le associazioni si aspettano indicazioni chiare e precise, tali da permettere alle imprese di ripartire, come ribadito dai sindaci del G20. Una richiesta che vede il pieno appoggio di Confcommercio Udine, per voce del vicepresidente provinciale Alessandro Tollon, e mandamentale di Lignano Sabbiadoro, con il presidente Enrico Guerin e il ristoratore Marino Bidin, cui si affiancano i gestori degli stabilimenti balneari del Consorzio SpiaggiaViva, con la presidente Donatella Pasquin. «Ci vuole un pressing costante, mirato a ottenere certezze sulla data di apertura delle spiagge e sui protocolli igienico-sanitari da adottare, in una drammatica congiuntura economica nella quale gli operatori, anziché trovarsi, come accadeva ogni anno in questo periodo, impegnati nella fase di avvio della stagione, vivono l’incubo delle conseguenze portate dell’emergenza sanitaria Covid».
Le richieste di previsioni certe di ripresa arrivano da tutte le associazioni di categoria, a conferma di una sinergia che vede le attività economiche unite dalla criticità del momento, con fatturati azzerati, prospettive incerte e il rischio, per molti, di non poter nemmeno riaprire la propria attività, con migliaia di posti di lavoro in bilico, non trovando alcun motivo di convenienza tra costi da affrontare, tavoli da ridurre, ombrelloni da distanziare. «Ogni giorno che passa toglie alle imprese una motivazione per tenere duro – insistono Tollon, Guerin, Bidin e Pasquin –. I tempi delle riaperture vanno necessariamente anticipati e l’azione della Confcommercio Fvg va in questa direzione. Dal governo urgono risposte concrete e specifiche, tarate sulle località turistiche, in particolare quelle balneari. È inaccettabile che nulla ancora si sappia su quali misure dover adottare nel distanziamento degli ombrelloni in spiaggia, per la gestione degli accessi ai negozi, degli spazi all’interno di bar, ristoranti».
Chiedono chiarezza anche i vertici di Confartigianato Udine, dal presidente provinciale Graziano Tilatti, alla presidente del Basso Friuli, Loredana Ponta, passando per il suo vice, Giorgio Venudo, che è anche leader nazionale dei gelatieri di Confartigianato. «Tra turismo, ricettività e artigianato c’è una fortissima interdipendenza. L’economia lignanese lavora in filiera e un settore tira l’altro. Abbiamo bisogno di indicazioni certe, di un orizzonte temporale che ci permetta di mettere a punto le attività rispettando i protocolli». Ma quali? Confartigianato critica la lentezza del Governo e chiede semplicità. «Ci diano poche indicazioni ma chiare e snelliscano le procedure autorizzative per gli interventi di adeguamento delle strutture agli standard Covid. Non fosse così perderemo un altro pezzo di stagione». Un rischio da evitare ad ogni costo sia per gli artigiani che per i commercianti. «Insieme – affermano ancora Tilatti, Ponta e Venudo – dobbiamo anzi fare squadra e promuovere l’immagine della località balneare sul mercato interno sfruttando a pieno il fatto che da questa immane tragedia il Friuli Venezia Giulia sta uscendo bene e ha dunque una carta in più da spendere. Non possiamo, dobbiamo farlo. Sappiamo già che peseranno i mancati arrivi dall’estero, almeno in una prima fase. Austriaci e tedeschi sono il nostro pane quotidiano, a Lignano hanno seconde case e barche, vogliamo sapere se quest’estate potranno tornarci». «Noi faremo la nostra parte, ma abbiamo bisogno d’aiuto per reggere a una situazione come questa, che in località turistiche come Lignano, legate alla stagionalità, presenta un conto ancor più alto. Servono ammortizzatori sociali, incentivi a fondo perso e serve che le tasse siano azzerate. Bene l’azione di abbattimento della Tari e la Tosap, ma non basta. In questa situazione ci servono misure realmente straordinarie».