Lignano Wheelchair Hockey: Italia perde contro Olanda

Wheelchair Hockey

Dopo la vittoria nelle due partite di ieri, con il Belgio e con la Svizzera, per la classificazione alle semifinali l’Italia oggiAggiungi un appuntamento per oggi pomeriggio si è confrontata con l’Olanda, campione mondiale ed europeo in carica, la nazione che ha determinato la diffusione del wheelchair hockey in Europa e il cui governo sostiene anche economicamente e in modo significativo il potenziamento di questa disciplina sportiva e delle prestazioni degli atleti.

La sconfitta dell’Italia per 4 a 7 è stata l’esito di una partita entusiasmante, in cui i nostri si sono giocati la palla fino all’ultimo istante e non hanno lasciato all’Olanda una conduzione facile del gioco.

Per Anja Wouters, responsabile tecnica del Campionato, il livello elevato delle prestazioni degli atleti e l’impatto altamente emozionante e spettacolare della partita erano degni non di una semifinale ma di una finale. «La squadra campione in carica si è confrontata con una rivale di pari forza e ha avuto la meglio soprattutto grazie alla maggiore esperienza fatta insieme come team. Secondo me i giocatori olandesi hanno un meccanismo di squadra più oliato ed è questo, principalmente, che ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi continua a fare la differenza tra loro e tutti gli altri».

Claudio Carelli, il capitano della nazionale italiana, è soddisfatto di come lui e i suoi compagni insieme abbiano giocato: «Mi sono reso conto che non siamo più tanto distanti dalle prestazioni degli olandesi. Abbiamo un problema soprattutto con l’inizio partita. Se partiamo male, prendendoci qualche goal, facciamo poi molta fatica a rialzarci. A differenza che con la Germania qui, però, abbiamo reagito subito, anche se non è stato abbastanza. Sono comunque orgoglioso di poter dire che abbiamo dato il massimo di noi stessi e siamo uno dei pochi team capaci di far tremare l’Olanda. Loro sono i numeri uno e non è facile, per noi che siamo distrofici, confrontarci con atleti che rispetto a noi sono quasi “normodotati”. Hanno molta più forza fisica. Questo permette loro di stancarsi di meno e arrivare lucidi davanti alla porta anche dopo un’azione di attacco lunga».