Dio vuole che tutti siano salvi
In questi giorni, chi entra in cattedrale dalla porta a destra, subito si imbatte in un angelo fortemente illuminato che indirizza alla contemplazione del Mysterium, cioè del progetto di Dio, realizzato in un Bambino. Ma non si comprenderebbe se alle spalle dell’angelo non fosse collocato un grande Crocifisso che ci ricorda il dono di un amore infinito. La Pasqua è il compimento del Mysterium, da cui nasce anche il Praesepium. È la luce pasquale che dà senso alla scena che si apre al nostro sguardo. I nostri occhi, illuminati dalla Pasqua di Resurrezione, ora si rivolgono a Gesù che riposa sul grembo di Maria, mentre Giuseppe osserva, vigile e pacato.
La modesta abitazione segna subito il contrasto tra i termini altisonanti con cui è stato annunciato “sarà grande e chiamato figlio dell’Altissimo” e la realtà che appare ai nostri occhi: povertà, nudità e fragilità umana. Ma Egli viene con la potenza di Dio. La divinità si sposa con l’umanità.
Le rocce di una grotta, aperta su quattro lati, lasciano scorgere la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. In quella povertà vedo la precarietà dell’uomo, intimorito dalla pandemia, minacciato nella sua vita fisica, sociale e culturale. L’uomo rivela la sua debolezza ma anche la sua grandezza, non si rassegna al male, è spinto a lottare, scopre forze che stanno nella sua natura e cerca salvezza. La scienza gli viene incontro. Dona speranza. Ma l’uomo sarà di nuovo minacciato, perché il tempo e la sua fragile natura lo avvolgono. Riprenderà la sua ricerca di salvezza. A questo uomo, ferito ed impaurito, viene incontro il Bambino che gli rivela ed offre una salvezza totale, completa. È il Salvatore.
I pastori poveri e ladri si incamminano verso la grotta. Gerusalemme neppure appare sullo sfondo della scena perché non è interessata e non attende salvezza. I Re Magi si attardano all’ombra ristoratrice della loro scienza, ricca di conoscenze. Proseguiranno il cammino per entrare in una conoscenza che va aldilà del loro sapere. Hanno l’umiltà di proseguire nella loro ricerca, lasciandosi illuminare da una luce misteriosa.
La stella brilla in alto. Chi la vede, si orienta nella vita, legge la storia e l’esperienza religiosa con uno sguardo più acuto. Vede ciò che i profeti hanno annunciato e visto solo da lontano.
L’ingresso al Presepio sembra essere sbarrato da un basso steccato di legno contorto, fragile, rabberciato, povero, legato insieme, ad indicare che facilmente si supera, anzi offre due aperture che lasciano intuire l’ingresso da strade diverse che portano all’unica salvezza, poiché tracce della sua luce, la luce di Cristo, sono presenti anche in altre esperienze di fede. E si tratta ancora dell’unico Mysterium, progetto di Dio che ama tutti gli uomini e vuole che tutti si salvino.
SANTE MESSE IN CATTEDRALE
Vigilia del S. Natale – Giovedì 24 dicembre
Ore 18.00 S. Messa della Vigilia di Natale.
Ore 20.00 S. Messa della Notte. Celebra l’Arcivescovo.
Giorno di Natale – Venerdì 25 dicembre
Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 (presiede l’Arcivescovo) – 12.00 – 19.00
Ore 17.00 Canto dei Vesperi. Presiede l’Arcivescovo.
Festa di S. Stefano – Sabato 26 dicembre
Ore 7.30 e 10.30 (Non ci sono celebrazioni alle 9.00 e alle 12.00)
Ore 19.00 Messa festiva della Sacra Famiglia
Domenica 27 dicembre – Festa della Sacra Famiglia
Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 19.00
Giovedì 31 dicembre – Ultimo giorno dell’anno
Ore 19.00 S. Messa di ringraziamento e canto del “Te Deum laudamus”.
Venerdì 1° gennaio: Solennità della Madre di Dio
Ore 7.30 – 9.00 – 10.30 – 12.00
Ore 19.00 L’arcivescovo presiede la S. Messa per la pace.
Ricordo dell’Arcivescovo emerito Mons. Alfredo Battisti nell’anniversario della morte.
SANTE MESSE NELLA CHIESA DI SAN PIETRO MARTIRE
Vigilia del S. Natale – Giovedì 24 dicembre
Ore 19.00 S. Messa della Vigilia
Giorno di Natale – Venerdì 25 dicembre
Ore 10.00 – 11.30
Festa di S. Stefano – Sabato 26 dicembre
Ore 10.00 e 11.30.
Ore 17.30: Messa festiva della Sacra Famiglia.
Domenica 27 dicembre: Festa della Sacra Famiglia
Ore 10.00 e 11.30
Giovedì 31 dicembre: Ultimo giorno dell’anno
Ore 17.30 S. Messa e Canto del “Te Deum laudamus”
Venerdì 1° gennaio: Solennità della Madre di Dio
Ore 10.00 e 11.30
Ricordo dell’ Arcivescovo emerito Mons. Alfredo Battisti nell’anniversario della morte.
Un Natale difficile
Stiamo andando verso un Natale difficile.
Non è una novità. Il Natale è per natura difficile. Il primo Natale difficile è stato per Lui, Gesù, nella precarietà e nella incertezza.
Noi veniamo da anni di esperienze natalizie privilegiate e ci siamo convinti che il Natale possa essere solo così, come l’abbiamo vissuto in questi anni. È il Natale dell’occidente. Ma non è stato e non è così dappertutto. Forse siamo cresciuti con una mentalità per cui non abbiamo mai pensato al Natale come ad un appuntamento con la fragilità ed il disagio.
Eppure quest’anno abbiamo incontrato tante difficoltà. Non mancano e non sono mancate le esperienze faticose.
Penso alla scuola. Forse i disagi patiti hanno aiutato a cogliere la sua importanza per la crescita dei ragazzi e dei giovani. Anche essi se ne sono accorti. Forse viene rivalutata anche la fatica che richiede. Può accendere la fiducia nel futuro.
Penso alle relazioni, mortificate da modalità impersonali e virtuali alle quali ci eravamo facilmente abituati. Ci accorgiamo di aver bisogno di incontri veri, concreti, sensibili, amicali, affettuosi.
Penso al catechismo, da tanti delegato completamente alla parrocchia. Forse infruttuoso. Ora è sospeso. Ma chiama in campo la famiglia che con la sua testimonianza educa alla vita cristiana, vita che deve crescere, svilupparsi concretamente.
Penso alle difficoltà che si aprono nel mondo del lavoro. Povertà e ricchezza dovrebbero impastarsi insieme, per una vita più sobria e dignitosa per tutti.
Quest’anno è un Natale che ci richiama al Natale che tanti popoli hanno vissuto e vivono anche oggi. Ma forse noi non ci avevamo mai badato. Ci siamo accontentati di luci, violini, musiche.
Non rinneghiamo la bellezza e l’emozione del Natale ma vogliamo andare oltre. Il presepio ci spinge verso il punto focale della chiesa: l’altare. È la mensa e l’ara della vita gratuitamente donata, totalmente realizzata. Per chi ci crede. Grande Mysterium. D’altronde anche l’uomo è un Grande Profundum (S.Agostino).
Sorelle e fratelli, ringrazio tutti i collaboratori per il loro prezioso servizio, Mirella Canciani e Lorenzo Chiavone che hanno allestito il Presepio anche quest’anno con fantasia, fede e arte.
Auguro a tutti, anche a nome dei sacerdoti della parrocchia e di tutti i gli operatori pastorali, di stare coi piedi per terra e con lo sguardo rivolto verso l’alto. Da Dio viene la forza del cammino. “Fratelli tutti”. Per la gioia di tutti.
Cordialmente.
Il Parroco della Cattedrale di Udine Luciano Nobile