Macroregione alpina: Iacop “Frontiera austriaca chiusa un ostacolo”

Macroregione alpina: Iacop “Frontiera austriaca chiusa un ostacolo”

FrancoIacop

Un strategia macroregionale che coinvolge 7 Paesi e 48 Regioni, ma che deve partire dai territori e dalle loro più diversificate esigenze. E se le Alpi sono al centro di questo grande progetto, non sono meno importanti la pianura, le aree metropolitane, persino le coste e il mare. È un programma ambizioso quello di Eusalp, la strategia macroregionale europea alpina, ma che può avere delle ottime gambe su cui procedere, se le regioni italiane continueranno a parlare tra di loro e con i livelli nazionali ed europei, e se i confini saranno sempre più aperti, anziché chiudersi. È quanto emerso dal convegno che il Gruppo regionale del Pd lombardo ha organizzato oggi, lunedì 2 maggio 2016, a Palazzo Pirelli, a Milano, sul tema “Le Alpi in Europa – Eusalp e il ruolo delle Regioni italiane”. Sono intervenuti parlamentari nazionali ed europei e i rappresentanti delle sette regioni del nord. Per il Friuli Venezia Giulia era presente Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale.

 

“Tre sono le grandi priorità – ha ricordato Enrico Brambilla, capogruppo lombardo del Pd –: la crescita, che significa soprattutto innovazione e ricerca; i collegamenti: infrastrutture materiali e immateriali; l’uso sostenibile delle risorse naturali e culturali dentro quest’area”. E c’è un tema politico: “La macroregione alpina europea ha svelato il bluff della macroregione del nord leghista, concentrandosi su obiettivi utili e concreti. Questo significa che la cornice di programma la offre l’Unione europea, aspetto positivo soprattutto per le perplessità che la Lega avanza rispetto al fatto di stare dentro l’Ue”, ha detto ancora Brambilla.

I veri dubbi e gli interrogativi sono semmai legati ad altro: “Serve una governance efficace e una cooperazione tra i vari livelli istituzionali e il ruolo fondamentale in questa strategia deve andare alle Regioni”. E soprattutto, attenzione a chi “si sta smarcando da questa cooperazione, come l’Austria che, al contrario, sta costruendo i muri”.

 

Un rischio che corre in particolare il Friuli Venezia Giulia: “Stiamo già allestendo un centro di identificazione al valico di Tarvisio – ha fatto sapere Iacop, che è anche coordinatore dell’Intergruppo Eusalp del Comitato delle Regioni, illustrando, con un breve excursus storico, ai presenti le vicende che hanno portato all’autonomia e alla specialità –. Dopo la prima, grande esperienza della comunità di lavoro Alpe Adria, Eusalp potrebbe essere l’ideale proseguimento che ci apre non solo all’est, ma anche all’ovest e al resto dell’Europa. Ma se il confine aperto finora ha potuto essere una risorsa, adesso rischia di ridiventare una vera e propria frontiera”.

 

Che ruolo può avere, in tutto questo, il Partito democratico? “Dobbiamo continuare a scambiare queste buone pratiche tra di noi, sfruttando le spinte delle autonomie locali”, ha risposto Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd lombardo. Perché se nel “metodo è bene anche guardare a Roma, nel merito è buona cosa proseguire con le iniziative territoriali. E il Pd lombardo, in questo, si mette a disposizione”.