Una situazione che “sta toccando livelli di oggettivo allarme”. Una regione che “sta diventando sempre più oggetto di interessi di gruppi familiari residenti sul territorio e collegati al crimine organizzato” che investono “in maniera occulta enormi quantità di danaro proveniente da attività illecite”. Sono le infiltrazioni mafiose in Fvg, come denunciato nel Rapporto annuale della Direzione Nazionale Antimafia
Le infiltrazioni, secondo quanto è scritto nel rapporto (relativo al periodo luglio 2013-giugno 2014) “non trovano forme evidenti e clamorose di manifestazione, se si eccettuano sporadici episodi estorsivi, ma si traducono nella partecipazione societaria o nel finanziamento di imprese oltre che nel settore degli appalti pubblici, assai rilevanti, ove si considerino i grandi progetti realizzati o programmati in questa regione e relativi al settore della viabilità, della logistica portuale e dell’edilizia residenziale turistica”. La situazione è stata messa a fuoco dal Procuratore distrettuale antimafia, “recentemente insediatosi e già autore di significative modifiche organizzative e promotore di una più mirata attenzione ai fenomeni delinquenziali ascrivibili all’area del sistema mafioso”. Si parla di “tentativi di aggressione silenziosa al tessuto imprenditoriale ed economico del distretto”. Inoltre, trovandosi sulla “rotta balcanica”, il Fvg “continua ad essere partecipe di attività d’ indagine che coinvolge Paesi stranieri, particolarmente dell’est europeo, e – ultimamente – anche quelli dell’area del Medio Oriente”. I reati più frequenti sono immigrazione clandestina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, traffici di droga collegato ad ingenti quantitativi di droga, contrabbando di TLE. Tuttavia, riconosce la Dna, “i magistrati della DDA triestina hanno acquisito, in materia di scambi di cooperazione giudiziaria, un know how particolarmente significativo che si traduce in esiti costantemente positivi”. L’esame dei dati statistici evidenzia un aumento delle sopravvenienze, da 41 a 61 procedimenti contro noti e una crescita lieve delle pendenze, attribuibile alla presenza di un solo magistrato alla DDA da ottobre 2013 a marzo 2014. Anche il numero delle richieste di rinvio a giudizio è diminuito (da 9 a 5 con un numero di imputati sceso da 58 a 5) e nella fase delle indagini da 8 a 4 richieste di misura cautelare (totale 24 soggetti). Nel periodo in trattazione, in tutto il distretto sono state celebrate 9 udienze per reati di cui all’art. 51 comma 3 bis c.p.p. ed è stata pronunciata una sola sentenza (di primo grado).
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