Una delle cose a cui pensavo, mentre aspettavo di diventare mamma, era una lista di tutte le cose che non avrei fatto o detto alla mia frugola, perché a me, da figlia, avevano causato sofferenza.
Fra i primi posti misi il “non fare confronti”.
Focalizzate un’allegra bimbetta che giunge a casa da scuola e con grande entusiasmo racconta di aver preso un bel voto, diciamo un 8. Alla bimbetta viene detto “brava” e il suo umore sale a quota mille, salvo poi scendere a -30 alla successiva domanda del genitore: “Ma Tizia che voto ha preso?”
Naturalmente Tizia aveva preso 9..
Morale della favola: “Vedi, bimbetta, si può sempre fare meglio..”
Domani Kate Middleton, una giovane donna, intelligente, garbata, non di bellezza sfolgorante, ma, presumibilmente innamorata, sposa il Principe William d’Inghilterra.
Lo so, ora vi chiederete che c’entra con questa rubrica e con l’esempio fatto prima?
Bè, premesso che non potevo non parlarne, dato i miei trascorsi di bimbetta che sognava il principe azzurro e che, da sempre, si appassiona ai matrimoni reali, pensare a questa cosa, negli ultimi giorni, mi ha fatto riflettere sul modo in cui ci vengono comunicate le notizie dai mass media.
Il principe azzurro ormai ha un’immagine appannata, non è più il prode cavaliere sul candido destriero Troppo prosaico. Poco pratico. Le buone maniere cedono il passo allo striscio della carta di credito e pure le principesse, pare, tendano ad indossare preferibilmente abiti succinti e che poco lasciano all’immaginazione, piuttosto che lunghi, fascinosi, abiti da sera, confezionati dalle fate madrine di turno.
Ruby Rubacuori al ballo delle debuttanti di Vienna assieme al vetusto miliardario docet…
Ma che questa povera figlia d’Inghilterra sia continuamente paragonata alla suocera defunta, è, a parer mio, decisamente inquietante. Cioè, io capisco che Lady Diana sia stata un personaggio, ma perché dovremmo a tutti i costi augurare a Kate Middleton di somigliarle?
Riassumendo, Lady Diana era triste, depressa, anoressico/bulimica, moglie tradita e a sua volta traditrice e talmente egoista nei confronti dei suoi figli da andare a raccontare le sue miserie in televisione..
Riformulo il quesito: perché dobbiamo a tutti i costi trovare motivo di confronto, di paragone tra lei e Kate? E farci complesse elucubrazioni psicoanalitiche su come farà questa ragazza a reggere il suddetto confronto?
Certo la Principessa del Galles di allora ha fatto vendere milioni di copie a rotocalchi più o meno pettegoli, Kate non ha così tanti scheletri nell’armadio (per ora, ma speriamo mai..) da poter sostenere i fatturati della stampa gossip mondiale ed ecco che scatta l’operazione paragone: il confronto tra la principessa da 10 e lode dal tragico destino e la borghese che all’otto arriva a stento e senza sussulti degni di nota.
La cosa sembrerebbe rendere la favola amara, ancor prima dell’inizio.
Alla fine io la vedo così: alla luce di tutto quello che si sente in giro attorno ai modelli femminili di riferimento, alle varie manifestazioni a difesa della dignità della donna, almeno uno/una di coloro che non perdono occasione di parlarne dovrebbe o avrebbe dovuto uscire dal coro e dire che domani sarà la giornata di Kate punto e basta, di una ragazza che sta vivendo il suo momento. Un momento cui è arrivata non percorrendo una favolistica strada spianata, ma con parecchie curve e con qualche caduta, con ripensamenti e paure, come ogni sposa che si avvicini al giorno fatidico del sì.
Una ragazza e una figlia come tante che non merita di essere paragonata a nessuno.
Ecco io l’ho detto.
Nel mio piccolo sentivo di doverlo fare, perché, mentre scrivevo, mi risuonava nella mente la frase mantra “se non ora quando?”
Perché sono mamma e di modelli sbagliati comincio a non poterne più!
Voi cosa ne pensate?
E’ possibile, oggi, credere ancora nelle favole non solo belle, ma anche semplici?