Mamma 2.0: no al nucleare per il futuro di mia figlia

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Sono stanca, anzi irritata.
Sono stanca di sentire che l’esito del referendum sul nucleare è stato condizionato dall’incidente di Fukushima, come se i cittadini fossero una sorta di gregge che si sposta istintivamente all’abbaiare del cane o all’ululare di un lupo.
Qualche tempo fa, davanti ad un caffè “reale”, una mia amica mamma mi fece la fatidica domanda: “E tu che pensi del ritorno al nucleare? Sei favorevole o contraria?”
Non risposi in preda all’ansia nervosa post disastro giapponese con una frase del tipo: ”scherzi, sono assolutamente contraria!”. Le manifestai, invece, tutte le mie incertezze.
Viviamo in un Paese dove l’economia ristagna. Un Paese costretto ad importare energia, fatto questo che ne determina i costi elevati a danno delle nostre imprese.
Il nucleare avrebbe potuto essere una soluzione, ma avrebbe potuto esserlo tanto tempo fa, ora non più. Non ora che si è capito che, a lungo andare, diventa un problema. Un problema davvero complicato da gestire e risolvere.
Oppure pensate che la Germania stia mandando in pensione le sue centrali anche lei sull’onda di Fukushima?
Abbiamo appena “scoperto” l’importanza della raccolta differenziata e vorremmo decidere di lasciare ai nostro nipoti tante simpatiche scorie radioattive e reattori obsoleti da smaltire?
Chi ci governa ora non ci sarà domani, ma loro, i nostri figli e nipoti ci saranno eccome!
Ho votato contro il nucleare perché non possiamo più permetterci soluzioni tampone basate sul passato.
L’Italia ha bisogno di una seria politica energetica e di tanti, tanti finanziamenti alla ricerca in tal senso.
Aprire una centrale nucleare non è come aprire un nuovo negozio di lampadine dove assumi alcuni commessi e magari un direttore: servono strutture di ultima generazione che non abbiamo e tecnici estremamente qualificati che non abbiamo più, perché sono all’estero.
Se c’erano i fondi per questo passo indietro, ci saranno anche per il passo avanti delle energie rinnovabili: basta crederci, basta saper alzare lo sguardo e guardare al futuro e non solo al presente, proprio come fa un bimbo piccolo quando impara a camminare.
Ho votato contro il nucleare per questi razionali motivi e non per un’irrazionale paura collettiva, alimentata da questo o quel gruppo politico.
Forse che pensammo di chiudere tutte le industrie chimiche dopo il terribile incidente di Bhopal in India del 1984?
Cito da Wikipedia, per farvelo tornare alla memoria:
Il disastro di Bhopal è avvenuto nel 1984 nella città indiana di Bhopal a causa della fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), consociata della multinazionale americana Union Carbide specializzata nella produzione di pesticidi.
La nube formatasi in seguito al rilascio di isocianato di metile, iniziato poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, uccise in poco tempo 2.259 persone e avvelenò decine di migliaia di altre. Il governo del Madhya Pradesh ha confermato un totale di 3.787 morti direttamente correlate all’evento, ma stime di agenzie governative arrivano a 15.000 vittime. Un affidavit governativo del 2006 asserisce che l’incidente ha causato danni rilevabili a 558.125 persone, delle quali circa 3.900 risultano permanentemente invalidate a livello grave. Ancora nel 2006, nelle zone interessate dalla fuoriuscita del gas il tasso di morbilità è 2,4 volte più elevato che nelle altre adiacenti. Si ritiene che i prodotti chimici ancora presenti nel complesso abbandonato, in mancanza di misure di bonifica e contenimento, stiano continuando a inquinare l’area circostante.
La paura non può condizionare le nostre vite e le nostre scelte.
Come mamma sento il dovere di guardare al futuro con serenità e di difendere il futuro di mia figlia con altrettanta serenità.
E voi? Come la pensate?
Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni.