Mamma 2.0: Per quanto tempo ancora

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Una mattina come tante stavo leggendo il giornale sorseggiando un caffè, quando il mio sguardo ha incontrato quello della bimba della foto qui sopra.

L’articolo era un articolo di fondo, un po’defilato quasi messo in ombra dalla pubblicità di un zanzaricida, ma il titolo mi è sembrato subito agghiacciante: “Kamikaze a nove anni, rapita e imbottita di esplosivo”.

Sohana Ali Javaid, questo il nome della piccola, è una bambina pakistana, strappata alla sua famiglia indigente e costretta a diventare un potenziale strumento di terrore e morte.

I suoi carnefici l’avevano drogata, le avevano fatto indossare un giubbotto esplosivo e le avevano fornito il telecomando con il pulsante da premere una volta raggiunto l’obiettivo indicato, ossia un posto di blocco governativo.

Fortunatamente un agente, notando qualcosa di sospetto nell’abbigliamento rigonfio della bambina, è riuscito a fermarla in tempo.

Non riesco ancora a non pensare a quella bimba velata di bianco, a quei grandi occhi scuri che sembrano guardarmi davvero e chiedermi “perché?”

Perché ancora oggi che viviamo in un mondo evoluto e tecnologico, dobbiamo ancora leggere di questa barbarie?

C’è modo di arginarla? Qualcuno se ne occupa?

La cosa che mi dispiace è il pensiero che, se fosse esplosa, avrebbe fatto più notizia…

Le avrebbero concesso sicuramente le copertine dei giornali di mezzo mondo.

Io invece le regalo queste poche righe perché sono felice che la sua vita sia stata risparmiata e spero possa riabbracciare i suoi cari e dimenticare l’incubo a cui è sfuggita, riappropriandosi di quell’infanzia che altri avevano deciso di strapparle crudelmente.

Una piccola luce accesa per Sohana e per tutti gli altri bambini – soldato sparsi su questo nostro pianeta colmo di tragiche contraddizioni.

Pensieri e parole di una mamma a spasso nella rete. Tutti i giovedì su www.udine20.it

Cristina oltre a scrivere questa rubrica tutti i giovedi su Udine20 ha un suo blog: http://udinelamiacittaenonnapina.blogspot.com/