Manovra: si va verso l’abolizione delle province. Cosa ne pensate?

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Non saranno accorpati i piccoli comuni, ma abolite le province. E’ questo, fra le altre cose,  quanto è emerso dalla revisione della manovra finanziaria varata ieri dal Governo e che ora dovrà passare alle camere. Una decisione che porterebbe a una ciompleta riforma del sistema Italia. Ovviamente si alzano già le proteste dei presidenti di provincia che rimarcano l’importanza dell’ente intermedio necessario a garantire l’identità di alcune zone e la permanenz adi alcune peculiarità

L’abolizione delle Province e’ un’operazione “demagogica”, e che potrebbe peggiorare la situazione invece che portare benefici. E’ il pensiero della presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat sulle annunciate modifiche alla manovra, fra cui appunto la sparizione dell’ente intermedio tra Regione e Comuni. “Se la sono presa con le Province perche’ era facile, ma e’ un’operazione demagogica – spiega Bassa Poropat – l’impresa non e’ semplice, si tratta di ridisegnare completamente l’assetto amministrativo dello Stato, e in questo momento mi sembra che i problemi siano altri”. La Presidente sottolinea che la decisione va contro il concetto di federalismo: “Non c’e’ traccia di federalismo in questa operazione – afferma Bassa Poropat – le competenze e gli uffici che ora fanno parte della Provincia, da quelli scolastici a quelli che si occupano della viabilita’, andranno redistribuiti, ma chi li prendera’? Se sara’ la Regione diventera’ un moloch ingessato. Sarebbe stato meglio operare un riordino delle competenze, magari eliminando alcuni doppioni”.

“Se in questa regione scompaiono le province, scompare il Friuli, quindi bisognerà trovare una soluzione per preservare la nostra identità”. Lo ha detto oggi il presidente della Provincia di Udine e segretario regionale della Lega Nord Pietro Fontanini, commentando i contenuti della manovra del governo uscita dal vertice di Arcore. “Questa è una regione composta da due realtà – ha proseguito Fontanini -, e cioè il Friuli e la Venezia Giulia, e fonda la sua specialità sulla presenza anche della minoranza linguistica friulana. Dunque abolire le province – ha spiegato -, significa creare il problema di come si può preservare l’identità culturale friulana che è fatta di storia, lingua e cultura. Allora o facciamo una regione autonoma del Friuli e la città metropolitana di Trieste – ha aggiunto – oppure si dovrà cercare un’altra soluzione”. Fontanini si è poi soffermato su altri contenuti della manovra. Sulla riduzione dei tagli agli enti locali ha detto: “Gli enti locali devono fare la loro parte, ce ne sono troppi, e quindi bisognerebbe casomai ridurre le province e anche i comuni, con un’opera di razionalizzazione”. In merito agli interventi sulle pensioni, il presidente della Provincia di Udine si è detto sorpreso. “Mi sembra strano – ha commentato – che il mio partito, la Lega Nord, abbia deciso di toccare le pensioni”. Negativo il suo giudizio sul ritiro del contributo di solidarietà. “Andava mantenuto – ha affermato -, perché chi ha redditi più alti dovrebbe contribuire al risanamento della finanza pubblica”.

”La maggioranza, alla frutta, cerca un capro espiatorio: l’ha trovato nelle province”. Enrico Gherghetta (Pd), presidente della Provincia di Gorizia, commenta cosi’ la proposta di avviare un percorso costituzionale per l’abolizione di tutte le province, emersa nel corso dell’incontro tra il premier Berlusconi e il leader della Lega Bossi. ”Ma c’è qualcuno che si preoccupa di qual è la politica energetica di questo Paese dopo la bocciatura del referendum sul nucleare? O sono tutti persi dietro a cervellotiche proposte di riforma dell’assetto istituzionale?”, si chiede Gherghetta. ”E’ un modo gattopardesco di agire, che elude i veri problemi per continuare a garantire i vantaggi di pochi, gli stessi che oggi decidono e che ci hanno portato alla crisi – prosegue il presidente della Provincia di Gorizia -. Chiudere le province non portera’ vantaggi, ma solo danni per il sistema e per l’economia: per uscire dalla crisi serve affrontare i nodi delle contraddizioni economiche del sistema; più si ritarda questa analisi, peggio sarà”, conclude Gherghetta.

“La montagna ha partorito un topolino, morto”: lo ha affermato il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, interpellato sull’abolizione delle Province proposta dal Governo. “Ha vinto la disinformazione – ha tuonato Ciriani -: i costi della macchina amministrativa sono pari a 360 milioni di euro, mentre gli altri tredici-quattordici miliardi sono soldi che le Province usano per scuole, infrastrutture e viabilità e sono quindi investimenti che vengono meno, depauperando il territorio e non sono certo risparmi veri”. Ciriani ha aggiunto che in Friuli Venezia Giulia la situazione vedrà l’area friulana riacquisire antichi privilegi, “mentre gli sforzi di Lino Zanussi, pioniere della pordenonesità, saranno stati vani. In ogni caso – ha concluso -, non ci diamo per vinti, perché gli sprechi veri sono quelli della casta romana, e abbiamo ancora tempo per far prevalere il buon senso sulla demagogia”