Manuel Agnelli a Sacile con “Lazarus”, il musical di David Bowie. domenica 30 marzo 2025

Manuel Agnelli a Sacile con “Lazarus”, il musical di David Bowie. domenica 30 marzo 2025

A due anni dal debutto della prima versione italiana, torna in scena Lazarus, il musical scritto da David Bowie poco prima della sua scomparsa, insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh, considerato “il regalo d’addio” dell’artista al mondo.

Il riallestimento e le prove dello spettacolo – firmato dal direttore di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Valter Malosti – si terranno per una settimana al Teatro Zancanaro di Sacile, da lunedì 24 a domenica 30 marzo, grazie alla collaborazione con l’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia e con il Comune di Sacile. Al termine della permanenza a Sacile, la compagnia si congederà dalla cittadina friulana esibendosi nella “data zero” della tournée che inizierà ufficialmente sabato 5 aprile al Teatro Bonci di Cesena.

Domenica 30 marzo alle ore 17, sul palco del teatro sacilese salirà un cast di 11 performer e 8 musicisti di grande talento.

Nel ruolo di Newton, il protagonista, ci sarà Manuel Agnelli, storico frontman degli Afterhours, affiancato dalla cantautrice e polistrumentista Casadilego, vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia.

Considerato «il regalo d’addio di David Bowie al mondo», Lazarus è un inconsueto e per certi versi straordinario pezzo di “teatro musicale”, scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Bowie, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario e commovente sforzo creativo, ha voluto lasciarci questo prezioso dono che si può considerare, insieme al magnifico album Blackstar, uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo.

La prima rappresentazione di Lazarus ha avuto luogo il 7 dicembre 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan, e quella è anche stata l’ultima apparizione pubblica di Bowie che sarebbe scomparso un mese dopo, il 10 gennaio 2016. A otto anni dal debutto a New York, Lazarus è andato in scena per la prima volta in Italia nel marzo del 2023 per la regia del direttore di ERT Valter Malosti, che ha curato la versione italiana avvalendosi anche dei preziosi consigli di Enda Walsh, con cui Malosti aveva già collaborato in passato. A più di 50 anni dal romanzo originale The Man Who Fell to Earth di Walter Tevis (lo stesso autore del libro che ha dato origine alla fortunata serie televisiva La regina degli scacchi / The Queen’s Gambit), e a 40 dall’omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie nella sua miglior prova come attore, l’artista britannico ha scelto di riprendere in Lazarus le fila dell’infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra.

Nella versione di Bowie e Walsh, l’alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (fantasmi? proiezioni mentali?) si aggirano nello spazio claustrofobico dell’appartamento di Newton (o nel continuum devastato della sua mente?). Non esiste niente di più distopico nello scorrere del tempo di un uomo o di donna che sta morendo. C’è una compresenza, un frullato di immagini, tempi, luoghi, persone che non dovrebbero essere lì e invece sono lì presenti e vivissime. Tutto è presente, non solo le cose sublimi ma anche le stupidaggini e le cose apparentemente insignificanti.

Bowie era un’antenna sensitiva dello spirito del tempo e delle arti, percepiva umori e atmosfera, e poi digeriva e rimescolava tutto in una sintesi geniale.

Nel Lazarus diretto da Malosti musica, arte visiva, teatro, danza e video-arte si fondono per dar vita a una esperienza di “teatro totale”, in cui gli artisti sono i medium di uno straordinario flusso di energia. Lazarus è un’opera sofisticatissima ma al tempo stesso popolare che ci parla del nostro viaggio di migranti sulla terra. Di Bowie/ Newton scompare il corpo ma rimane in dono la preziosa e altissima qualità dei suoi testi musicali (sempre più evidente) e l’energia che attraverso la sua musica ci salva e ci fa vibrare.

Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di Bowie e quattro pezzi scritti appositamente per questo lavoro, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.

Foto di Fabio Lovino