Mara Piccin: Bonus bebè azzerato. Fondo immigrazione arricchito

Mara Piccin: Bonus bebè azzerato. Fondo immigrazione arricchito

neonata

“Bonus bebè azzerato. Fondo immigrazione arricchito. Così la giunta Serracchiani toglie alle famiglie e ai bambini per dare agli stranieri”. commenta così il “raschiamento sociale che questo esecutivo si appresta ad effettuare. Mentre calano le risorse per capitoli fondamentali, al fondo immigrazione vengono destinati 230mila euro in più. Non solo: è emersa la volontà, da parte della maggioranza, di rimpinguare ulteriormente il capitolo con l’assestamento di bilancio del 2014”. Secondo Piccin “la crisi ha mutilato il bilancio della nostra regione, che pareggerà a circa 3,2 miliardi, dopo aver accarezzato, per anni, la soglia dei 5 miliardi. Noi non abbiamo nessuna intenzione di speculare sulle difficoltà che la compagine di governo incontra sul proprio cammino. Troppo facile sarebbe scaricare sulla maggioranza problemi sorti altrove, e che, soprattutto in alcune aree della nostra regione, hanno proiettato riverberi violentissimi. Non alzeremo barricate, non semineremo cortine fumogene per fare opposizione strumentale. Ma non ci limiteremo, di certo, ad assistere silenti a scelte che non condividiamo. Non è ragionevole togliere fondi che incentivano la natalità e aumentarne per gli stranieri”. Chiude Piccin: “Il comparto sociale deve essere messo in sicurezza. La nostra è la regione, in Italia, con il tasso di natalità più basso. Servirebbero politiche che incoraggino le coppie, non che le deprimano. Saremo responsabili e costruttivi, ma non possiamo accettare decisioni gravemente penalizzanti per i cittadini di questa regione”.

Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg: Di fronte alle attuali ristrettezze di bilancio, è condivisibile la scelta di non disperdere le risorse destinate al welfare, ma di concentrarle su alcune grandi voci di valenza generale. È positivo perciò che si sia incrementata la dotazione del fondo per la non autosufficienza e mantenuta quella relativa al sostegno degli interventi socio-sanitari dei Comuni, in prima linea nell’affrontare le emergenze sociali.
Da questo punto di vista riteniamo ragionevole sospendere l’erogazione del “bonus bebè”: ciò di cui hanno bisogno le famiglie, soprattutto quelle a reddito più basso, non è un’erogazione una tantum, ma un sostegno per tutto il periodo che precede l’inserimento del bambino nella scuola materna. Chiediamo perciò alla Giunta di ripensare in questi termini lo strumento, individuando limiti di reddito per l’accesso al beneficio e indirizzandolo verso un maggiore sostegno all’abbattimento dei costi dei servizi, in particolare gli asili-nido. Con la manovra di luglio si potranno individuare nuove modalità e verificare le risorse da poter impegnare.
Quella sarà anche la sede per intervenire sulle criticità e le lacune che emergeranno in corso d’opera, previo un attento e puntuale monitoraggio dei bisogni da parte delle competenti direzioni regionali, con il concorso delle aziende sanitarie, degli ambiti e dei comuni.