Udine – Domani lunedì 12 settembre alle ore 20.00 l’attore, autore e regista teatrale Marco Paolini presenterà al Visionario l’anteprima di Io sono Li, film d’esordio nella fiction del documentarista veneto Andrea Segre. Accanto a Paolini sarà presente anche Francesco Bonsempiante, produttore della pellicola che alle Giornate degli Autori della 68. Mostra del Cinema di Venezia ha vinto il premio Fedic, assegnato dalla Federazione Italiana dei Cineclub, per la capacità di “donare un ritratto efficace e convincente della realtà di oggi con un felice intreccio di fiction e documentario”. Alla presentazione seguirà la proiezione del film (in uscita in tutte le sale il 23 settembre).
Paolini – che nel film veste i panni di un pescatore – , ritorna in Friuli Venezia Giulia per raccontare, a modo suo – lui, che è un “mago” della performance e della parola, autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile -, la storia di Io sono Li. A Chioggia, ai margini più estremi della laguna veneta, arriva la cinese Shun Li, madre di un bambino di 8 anni (interpretata dalla star Zhao Tao, già protagonista di Still Life, Leone d’Oro alla 63° Mostra del Cinema). Trova lavoro in un’osteria, frequentata dai pescatori del luogo. Conosce Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta” (Rade Sherbedgia), da anni frequentatore di quella piccola osteria. La loro amicizia sarà una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. Ma anche un viaggio nel cuore profondo della laguna veneta, che sa essere madre e culla di identità mai immobili. Ma la piccola comunità chiozzotta non resterà a guardare: questo incontro farà troppa paura.
Nato come documentarista, attento alle migrazioni verso l’Europa – tema che ha sviluppato nei film A metà, A sud di Lampedusa, Come un uomo sulla terra, Il sangue verde) – e sensibile ai problemi del territorio sociale e geografico del Veneto – Marghera Canale Nord, Pescatori a Chioggia e La mal’ombra -, Andrea Segre vede in Io sono Li un punto di sintesi del suo percorso registico: questo film infatti nasce dalla doppia esigenza di affrontare il motivo della relazione tra una persona e la sua identità culturale in un mondo in continuo cambiamento, contaminato da flussi migratori e di raccontare tanto la periferia multietnica di Roma quanto il Veneto, luoghi importanti per la sua vita.