Margherita Hack
, 88 anni, astrofisica di fama mondiale, è una delle menti più brillanti del nostro Paese. Laica, atea, si è sempre battuta ed espressa, anche in maniera molto determinata, a favore della laicità dello Stato e contro le posizioni della Chiesa che definisce “un’istituzione reazionaria”. E’ stata più volte candidata (ed eletta) a parlamento, è presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti e socia onoraria dell’associazione Libera Uscita che lotta contro la depenalizzazione dell’eutanasia. Autrice di diversi saggi, il suo ultimo lavoro si intitola, non a caso, “Libera Scienza in Libero Stato”, edito da Rizzoli. Per il suo impegno culturale e politico a favore della laicità e per le sue posizioni, più volte espresse, a favore dei diritti delle persone lgbt (è stata anche madrina del Bologna Pride 2008), Gay.it l’ha scelta come Personaggio Gay dell’anno per il 2010.
Cominciamo dalla cronaca. Lei difende strenuamente la laicità dello stato e in più occasioni ha espresso posizioni, anche sulle questioni legate al mondo gay, contrarie a quelle della Chiesa. Che idea s’è fatta dell’ultimo “scandalo”, quello nato dall’inchiesta di Panorama sulla doppia vita di alcuni preti gay?
I preti sono costretti a una vita innaturale, quindi è naturale che succedano cose del genere. Non mi scandalizza affatto. I rapporti sessuali tra persone consenzienti è una cosa più che naturale. Ognuno è libero di fare quello che vuole. Il sesso per chi è credente è un dono del Signore e allora perché si deve criminalizzarlo tanto? Che male c’è, tra persone consenzienti, anche se è sesso omosessuale?
Le coppie omosessuali sono ormai riconosciute quasi in tutta Europa. Perfino paesi cattolicissimi come la Spagna, l’Irlanda e il Portogallo le hanno legalizzate. Cosa impedisce all’Italia di fare questo passo in avanti?
Da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà. Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos’è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos’è il rispetto della libertà altrui.
Lei è una scienziata di fama mondiale, anche se il suo campo non è quello medico, l’approccio è comunque quello scientifico. Cosa pensa delle cosiddette terapie riparative secondo le quali dall’omosessualità si può guarire?
L’omosessualità non è una malattia. E’ come se uno nasce mancino invece che destrorso, biondo invece che bruno. Chi nasce gay rappresenta una minoranza, ma una minoranza che va rispettata.
Qualche giorno fa si è diffusa la notizia dell’ennesima aggressione a una coppia gay di Pesaro colpevole di scambiarsi dei baci all’aperto. Secondo lei il fatto che non si riesca ad approvare una norma contro l’omofobia e che in parlamento non si parli neanche, nonostante le diverse proposte, di un riconoscimento delle coppie gay, è di fatto una legittimazione tacita dei sentimenti omofobi che portano a compiere atti violenti o no?
Ogni volta che si verificano fatti discriminanti, rappresentano un segno di regressione, sintomo di razzismo, di immaturità. In un certo senso il comportamento delle istituzioni è una prova, per chi è violento, che quello che fa è giustificabile perché i gay sono persone fuori dalla norma. E’ gravissimo che ci sia così poco rispetto per le diversità da parte del parlamento, del governo e della classe politica. E’ un segno del poco rispetto che ha questa classe politica per la libertà. Nonostante i proclami, non c’è partito più illiberale del cosiddetto Popolo delle Libertà che tratta i suoi iscritti come i dipendenti di un’azienda, per di più poco sindacalizzata.
Le coppie gay rappresentano una minaccia per la cosiddetta famiglia tradizionale?
Le coppie gay non minacciano le famiglie etero. Una coppia gay fa una famiglia diversa e questo non rappresenta un pericolo per le famiglie eterosessuali che resteranno comunque la maggioranza.
Cosa pensa della possibilità che le coppie gay crescano un figlio?
I bambini hanno bisogno di affetto che siano cresciuti da una coppia gay o etero basta che abbiano affetto ed educazione, che gli si insegni il rispetto della libertà e ad essere essi stessi liberi. Ci sono tante famiglie senza un genitore, coppie separate, bambini che crescono con una mamma e una zia, con un padre e uno zio. Se manca la figura dell’altro sesso non è una tragedia, l’importante è che non manchi mai l’affetto e che vengano educati al rispetto degli altri. E questo può farlo anche una coppia gay.
Lei riceverà Premio Personaggio Gay dell’Anno, istituito da Gay.it, a Torre del Lago, proprio per il suo impegno a favore della laicità. Cos’ha pensato quando le hanno comunicato che sarebbe stata premiata?
Mi ha fato piacere. Ho ricevuto altri premi di recente, quello Fondazione Spadolini e il premio Cesare Pavese, entrambi per il mio libro “Libera Scienza in Libero Stato”. Ma questa è la prima volta che ricevo un premio dalla comunità gay e mi fa molto piacere.
Articolo tratto da Gay.it a cura di Caterina Coppola