Dalla spiaggia di Lignano ai segreti della montagna il passo è breve se il protagonista della conversazione si chiama Mauro Corona, ed è disposto a schiudere al pubblico gli scenari più veri della sua ispirazione, le origini più intime della sua simbiosi con la montagna, gli aneddoti e le leggende che sono ‘carne e sangue’ di una montagna antropomorfa, intessuta di favole, superstizioni, storie e ricordi mischiati e inestricabili nella sterminata tradizione orale. “I misteri della montagna” (Mondadori) è l’ultima fatica letteraria di Mauro Corona, decisamente la più intima e personale: lo scrittore, in dialogo con Alberto Garlin, la racconterà giovedì 20 agosto a Lignano (Palapineta ore 18.30) al pubblico degli “Incontri con l’autore e con il vino” promossi dall’Associazione Lignano nel terzo Millennio. Un incontro che sarà accompagnato dai grandi vini dell’azienda Conte d’Attimis, selezionati dall’enologo Giovanni Munisso. Ingresso libero, info: http://www.lignanonelterzomillennio.it
La narrazione è strumento essenziale, nel tempo della globalizzazione, per restituire la specificità ai singoli luoghi e recuperarne l’identità più vera e sanguigna: lo sa bene Mauro Corona che da molte stagioni alla montagna dedica i suoi viaggi letterari, e proprio per questo sarà fra i protagonisti a pordenonelegge 2015 (venerdì 18 settembre) del nuovo progetto di produzione del festival, “Viaggio in Italia”, concepito per otto voci narranti di altrettanti città, habitat, territori. Le pagine del “I segreti della montagna” sono inetichettabili, esattamente come il loro autore: è come se Mauro Corona decidesse di far entrare il lettore e il pubblico nella sua bottega, per mostrare gli attrezzi del mestiere con cui ha costruito i suoi libri precedenti: non solo le sue profonde conoscenze della natura, ma anche la sua ispirazione più vera, che nasce dai giochi dell’infanzia, dalla deprivazione degli affetti familiari, dalla prematura scomparsa di uno dei fratelli, dai sogni adolescenti troppo presto spezzati. Non tutti hanno la capacità immediata di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. Vedono le cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti qua e là per capriccio del tempo. Basta, però, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall’imponenza del mare verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l’alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Lì dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano, aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell’eco, che vuole sempre l’ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli a spiare le ninfe dai lunghi capelli d’acqua, ci indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco – adagiando l’orecchio al tronco, sentiremo il suo cuore battere. La montagna è viva, ha cinque sensi protesi a conoscere il mondo. E come tutti gli esseri speciali ha anche un senso in più: la percezione. Grazie a lei, può scoprire in anticipo le barbare intenzioni dei politici che vogliono ferirla, strizzarla, spremerla fino a distruggerla, pur di incassare moneta sonante.
Attraverso questo libro ha affidato alle stampe i diari scritti tra un romanzo di successo e l’altro, tra il novembre 2013 e il marzo 2015: inseguire i segreti della montagna non vuol dire nient’altro che ricercare se stessi, andando alle origini delle proprie paure. Sfilano così l’eco, il vento, le baite di montagna e i loro misteri; gli uomini e le donne che ha incontrato durante la sua vita, soprattutto le sensazioni suscitate dal contatto diretto con la natura: tutti gli ingredienti che fino ad oggi l’autore ha inserito nei suoi romanzi. Una storia d’amore tra l’uomo e la montagna, tra un uomo che non cede alla tentazione del mondo moderno e la natura che non è più l’Eden incantato di un tempo. Perché, com’è sua abitudine, Mauro Corona regala anche pagine di acceso furore contro i politici che hanno profanato le montagne, e inserisce anche una serie di sue considerazioni personali sul mestiere di scrittore e sull’industria editoriale italiana.