Il trend positivo del mercato auto in Friuli Venezia Giulia avviato ormai da due anni continua. Nel corso del 2016, fa sapere Confcommercio, si sono immatricolati 3.533 veicoli in più dell’anno precedente (da 30.759 a 34.292). I numeri rimangono lontani dal periodo pre-crisi, quando si superavano le 50mila unità annue, ma sono comunque un segnale confortante dopo una lunga stagione in picchiata. Il segno “più” riguarda tra l’altro sia il settore privato che quello aziendale, lì dove incide il fattore del super ammortamento. «In regione la crescita è inferiore a quella del resto d’Italia, a causa della particolarità della provincia di Gorizia, sempre in controtendenza perché soggetta alle dinamiche instabili dei noleggi – osserva Giorgio Sina, capogruppo, Auto Moto e Ricambi di Confcommercio provinciale di Udine e del Fvg –. Non dimentichiamo tuttavia che nel 2015 eravamo saliti più che altrove, e dunque assistiamo a un fisiologico riequilibrio».
L’AGGIORNAMENTO DI DICEMBRE
Il mese di dicembre ha confermato i valori positivi di tutto il 2016. Stando al complesso delle cifre comunicate da Confcommercio, il totale delle immatricolazioni nell’ultimo mese dell’anno è di 2.652, vale a dire 291 in più del dicembre 2015 (+12,3%). La crescita più netta è quella di Pordenone (+19,3%), quindi Udine (+12,6%), Trieste (+5%) e Gorizia (+3,2%).
IL CONFRONTO ANNUALE
Il gruppo Auto Moto e Ricambi rende noti nel dettaglio anche i dati gennaio-dicembre. Il +11,5% regionale è il risultato di segni positivi in tre delle quattro province del Fvg. Trieste è in testa alla classifica con la più alta percentuale positiva (+15,5%), seguita da Udine (+13,6%), Pordenone (+12,3%), mentre Gorizia è in calo (-4,2%).
IL COMMENTO
«Vedere il segno “più” infonde ottimismo e testimonia che la crisi più nera è alle spalle – conclude Sina –. Ma non possiamo non rimarcare le persistenti distanze dagli anni migliori, oltre al fatto che incidono pure non poco le campagne promozionali dei costruttori». Inoltre, rileva il capogruppo, «dobbiamo purtroppo rilevare come le istituzioni sottovalutino in tema di incentivi l’uso, e quindi l’acquisto, delle auto ecologiche, una svolta culturale che il nostro paese sembra non assecondare».