I valori sono rimasti stabili, ma, causa aumento dei tassi di interesse, si comprano e si vendono meno case in provincia di Udine. Lino Domini, presidente Confcommercio Fimaa, informa di un -16% nelle compravendite nel corso del 2023. Il dato emerge alla presentazione dell’Osservatorio 2023, la “bibbia” del mercato immobiliare del territorio, una fotografia da Aiello a Visco per restare all’ordine alfabetico.
«Il comparto rimane in buona salute – commenta Domini –, ma l’anno ha segnato una contrazione, che consideriamo fisiologica dopo il boom che aveva caratterizzato il periodo della pandemia. A fine 2022, il rialzo dei tassi suggeriva a chi era intenzionato all’acquisto di non attendere tempi migliori. Tempi migliori, infatti, non sono arrivati da questo punto di vista. Ed è proprio la stretta sulla concessione dei mutui, con le banche che fanno valutazioni molto rigorose, ad avere determinato il rallentamento. I più penalizzati? Le persone interessate ad acquistare immobili con valori tra gli 80.000 e i 150.000 euro. Un supporto potrà continuare ad arrivare dalle agevolazioni previste a favore degli under 36, che prevedono tra l’altro l’ammorbidimento della tassazione dal notaio. Non sorprende, per questo, che il 30% delle compravendite siano state fatte proprio dai giovani».
Sul territorio provinciale i valori a mq del nuovo non sono stati condizionati più di tanto, non almeno come nel 2022, dall’aumento dei costi dei materiali edili, dai rincari dell’energia, dalla complicata reperibilità di manodopera. Gli immobili di nuova costruzione o ristrutturazione totale a Udine variano tra i 3.000 e i 4.500 euro a mq in centro, mentre in viale Venezia e a Cussignacco si scende a 2.000-2.450 e in zona Ospedale a 2.100-3.300. «A questi prezzi – precisa Domini –, le caratteristiche costruttive sono di alto livello tecnologico con domotica, finiture di elevata qualità, massimo confort abitativo, costi energetici portati quasi a zero. Ma è comunque ancora di interesse l’acquisto di immobili che richiedono piccoli lavori di riqualificazione come rifacimento del bagno, controllo dell’impianto elettrico, tinteggiatura, eventuale sostituzione dei serramenti, con le relative agevolazioni ai fini Irpef. Da non trascurare in generale il fatto che l’attenzione dei clienti va anche al tema delle spese condominiali, e ciò porta alla riduzione del valore commerciale di un’abitazione».
Quanto alle locazioni, «parliamo di un mercato che sta soffrendo perché non c’è offerta su piazza visto che molti proprietari hanno preferito puntare sulle locazioni brevi, una soluzione, peraltro, che con la legge di bilancio 2024 subirà variazioni peggiorative in termini di tassazione. Al palo sono così quei conduttori che hanno bisogno di una locazione stabile, dalle famiglie agli studenti, con la conseguenza che gli affitti sono aumentati mediamente dal 5% all’8%».
Infine, i negozi. «Situazione non entusiasmante, come era prevedibile, sia nelle compravendite che nelle locazioni. I proprietari più fortunati riescono a locare ad aziende che danno servizi, molto meno a chi fa commercio». Domini ricorda a questo proposito che Confcommercio Fimaa nazionale ha partecipato al tavolo di consultazione per l’adozione di un “Piano Casa” e di future iniziative in materia di politiche abitative, convocato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Tra le proposte, l’estensione della cedolare secca al 21% agli immobili ad uso commerciale che rappresenterebbe un passo significativo per favorire la semplificazione fiscale e stimolare gli investimenti nel settore commerciale.
Una previsione per il 2024? «Ci aspettiamo una ripresa delle compravendite».