Ministra Kyenge: Udine e FVG “contributo grande al lavoro del ministero dell’Integrazione”

Ministra Kyenge: Udine e FVG “contributo grande al lavoro del ministero dell’Integrazione”

KYENGE Honsell

Dobbiamo “far capire all’Europa che la gestione dei richiedenti asilo deve essere una questione comunitaria e riguarda anche lo snellimento dell’iter per il
riconoscimento”. Lo ha detto la ministra per l’integrazione Cecile Kyenge a margine di un convegno.

”Anche con questa Regione e con il Comune di Udine andiamo nella stessa direzione e devo veramente ringraziare tutti i territori e gli amministratori perche’ hanno dato un contributo molto grande al lavoro del ministero dell’Integrazione”. Cosi’ il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge oggi a Udine ha commentato la ”Carta di Udine”, documento in cui l’amministrazione comunale le ha presentato le buone prassi in tema di inclusione sociale, mettendole a disposizione del Paese e chiedendo al governo piu’ competenze per gli enti locali sull’istruttoria burocratica relativa ai permessi di soggiorno. ”La nostra idea – ha spiegato l’assessore comunale di Udine all’inclusione sociale Antonella Nonino – e’ che sia possibile avere in questo senso una normativa nazionale”. Una proposta accolta dalla ministra Kyenge. ”Noi stiamo lavorando come ministero dell’Integrazione – ha detto Kyenge – ad un piano strategico per l’integrazione che deve contenere tutto cio’ che viene dai territori, mettendo in rete tutte le buone pratiche e dunque questa carta di Udine sara’ molto utile per l’elaborazione del lavoro che stiamo facendo”.

Concordo del tutto sull’opportunita’ di trasformare i Cara in centri di accoglienza. Lo ha annunciato la ministra Kyenge incontrando la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.
‘E’ una proposta positiva perché punta sull’integrazione, una richiesta forte del territorio che porterò sicuramente al governo centrale”. E’ quanto ha dichiarato oggi a Udine il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge in merito alla chiusura definitiva del Cie di Gradisca d’Isonzo, chiesta con forza dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, insieme all’ampliamento dell’attiguo Cie. ”Putroppo per impegni istituzionali ieri non ho potuto visitare il Cie di Gradisca – ha proseguito – al cui fianco c’è il Cara, ma ho promesso al più presto possibile di tornare a fare questa visita. In questo momento è chiuso – ha aggiunto – ma credo che il senatore Manconi abbia già fatto un monitoraggio e una proposta che è da prendere in considerazione, pensando sempre di più a politiche di integrazione, che sono uno strumento molto forte per combattere i conflitti sociali”. La ministra ha specificato che anche “altri territori hanno chiesto un’analoga trasformazione dei Cara in centri di accoglienza”. Serracchiani, dal canto suo, ha ribadito “con forza la richiesta di non riaprire il Cie perché non ci sono le condizioni minime di sicurezza e di vivibilità. Concordiamo con la proposta del senatore Manconi di ampliare il Cara, una struttura che funziona ma che è diventata di ridotte dimensioni per le attuali esigenze. Attendo quindi dal Consiglio dei ministri un parere in merito visto che, vigente la legge Bossi-Fini, la decisione spetta al Presidente, di concerto con il ministro dell’Interno”

Al di là delle proteste, i numeri dimostrano che l’abolizione del reato di clandestinità è un atto di civiltà largamente condiviso in Parlamento e trasversale. E questo fa capire il salto di qualità nel senso di un cambiamento culturale”. Lo ha detto il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, commentando, a margine di un convegno, le proteste organizzate a Udine da manifestanti della Lega Nord e di Forza Nuova – circa 30 persone secondo la Questura – che hanno esposto striscioni con su scritto ”Per noi prima i cittadini, per il ministro prima i clandestini’