L’ Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha presieduto oggi 16 agosto nel duomo di Gonars la celebrazione delle esequie di Sonia Segafreddo Candotto e dei suoi due figli Chiara di 14 anni e Federico di 5, morti carbonizzati nel tragico incidente stradale avvenuto sulla statale “Napoleonica” giovedì scorso 12 agosto. Mons. Andrea Bruno Mazzocato ha introdotto la celebrazione della Santa Messa di suffragio, dicendo : “Tutto il Friuli, tutti i cristiani della Diocesi partecipano con il pensiero e con il cuore all’ultimo saluto cristiano che, in preghiera, vogliamo dare a mamma Sonia e ai suoi figli che la morte cieca ha strappato all’affetto del marito e papà Roberto, ai nonni, ai parenti, alla comunità di Gonars e a tutti noi”.
Il dolore in questi giorni, ha proseguito l’Arcivescovo, “ci ha toccato profondamente tutti e ha fatto nascere dal nostro cuore sentimenti di partecipazione e di solidarietà che ci hanno fatto sentire una sola grande comunità umana e cristiana; una sola grande famiglia che nel momento della sofferenza si abbraccia per affrontare la prova”.
Nell’omelia, poi, mons. Mazzocato, commentando le letture scelte (dal libro di Giobbe 19,1.23-27 e dal Vangelo di Giovanni 19,17-18.25-30), con parole semplici, essenziali, profonde e commosse ha cercato di dare una risposta nella fede alle tante domande sul perché sia successa una disgrazia così grande.
“La morte improvvisa e straziante di mamma Sonia e dei suoi figlioli Chiara e Federico ci ha lasciato senza parole. Il vuoto incolmabile che ha creato nel tuo cuore, Roberto, nel cuore di voi nonni e parenti e anche di voi, cristiani di Gonars, ci porta a stare in silenzio, stringendoci uno vicino all’altro.
Non troviamo risposta alle tante domande sul perché sia successa e possa succedere una disgrazia così grande. Sentiamo che è povero e debole ogni nostro discorso.
Forse ci restano nel cuore solo parole di preghiera perché sono suggerite dalla fede che non ci abbandona nei momenti in cui il male è più forte di noi e stravolge la vita.
Proviamo a dire il nostro dolore con la preghiera:
“O Gesù, nostro fratello e nostro Signore, mettiamo nelle tue mani mamma Sonia, la cara Chiara e il piccolo Federico. Ci fidiamo solo di te perché le tue mani sono piagate dai chiodi della crocifissione e il tuo cuore è squarciato dal colpo di lancia.
Ci fidiamo di te perché hai patito sul tuo corpo lo strazio di una morte violenta e ingiusta. Anche la morte di Sonia, Chiara e Federico è stata violenta e, ci sembra, tanto ingiusta. Non riusciamo a capire il perché di un male così cieco a cattivo. Solo ti preghiamo di tenere stretta a te mamma Sonia e i suoi figlioli. Essi erano già uniti a te col battesimo, la cresima, la comunione eucaristica.
Ora portali con te in quella vita eterna nella quale tu sei entrato per primo superando la morte, anche se il tuo corpo era stato deposto, dilaniato, in un sepolcro. Tienili uniti a te e tra di loro, per sempre, nell’eternità.
O Maria, Madre nostra Addolorata, tu sei rimasta sotto la croce dove veniva inchiodato tuo figlio Gesù; sei rimasta con il dolore che, come spada, ti trafiggeva l’anima e umanamente impotente di portare a lui qualunque aiuto.
Poi hai accolto tra le braccia il suo corpo completamente rovinato dalla cattiveria e dalla morte e lo hai deposto in una tomba che pietosamente ti era stata messa a disposizione.
Sta vicino a Roberto che si è trovato impotente davanti alla croce della moglie Sonia e dei suoi cari figli, Chiara e Federico e che, ora, pone i loro corpi a riposare in un sepolcro.
Fatti sentire accanto a lui e dona alla sua mente e al suo cuore un po’ della tua forza e della tua speranza che hai nel tuo cuore di Madre.
Tu hai ritrovato tuo Figlio Gesù che ti è venuto incontro risorto il mattino di Pasqua. Dona a Roberto, ai familiari e a tutti noi la speranza per attendere che Sonia, Chiara, Federico e tanti altri nostri cari defunti ci vengano incontro oltre anche la morte, in quella vita eterna dove sei tu ora, o Madre con Gesù tuo Figlio e nostro fratello e Signore.
Donaci la forza, che tu hai avuto, di trasformare il grande dolore in amore. Aiutaci ad essere uniti tra di noi non solo oggi ma sempre, sostenendo chi tra noi è più debole. Così vivremo in quell’amore di Gesù che riempie il cuore dei nostri defunti e il tuo, o Maria, Consolatrice degli afflitti. Amen”.