Mostra: “Monfalcone nostra. Una storia che si perde nel tempo”

Mostra: “Monfalcone nostra. Una storia che si perde nel tempo”

Una storia che si perde nel tempo, vicende di portata epocale e la ricchezza culturale che la caratterizzano sono il filo conduttore di una serie di immagini dei fotografi dell’Associazione Obbiettivo Immagine e dell’Associazione monfalconese Lacus Timavi volta a delineare il profilo della città in una mostra permanente allestita nell’atrio del Palazzo Municipale (orari di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00, lunedì e mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 17.30, per informazioni Ufficio Urp tel. 0481 494280).
Curata da Flavio Snidero, Vicepresidente di Obbiettivo Immagine e autore di alcune delle fotografie esposte, la mostra è stata inaugurata dal Sindaco, Anna Maria Cisint, venerdì 14 maggio, presenti altre autorità.

“L’Amministrazione comunale assegna particolare importanza alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio storico della città e del territorio – ha affermato il Sindaco Anna Maria Cisint – sul quale patrimonio è fortemente intervenuta con progettualità mirate, promozione e con investimenti specifici al fine di riqualificare l’attrattività turistica cittadina, del Carso, di Marina Julia e Marina Nova, anche mediante la realizzazione di progetti artistici e culturali di spessore.
L’idea di questa esposizione permanente è nata dal successo ottenuto dalla mostra fotografica ‘Una Storia per Immagini’, tenutasi al Museo della Cantieristica tra maggio e giugno 2020 nell’ambito del progetto ‘Sotto Monfalcone – Alla scoperta della città e del territorio tra Timavo e Isonzo’ e s’inserisce nel percorso di valorizzazione dei nostri siti storici e culturali di interesse turistico come una vetrina capace di rappresentare sinteticamente le eccellenze del nostro territorio”.


Sedici le riproduzioni fotografiche che hanno a soggetto le realtà più rappresentative della città: la Rocca di Monfalcone, il Leone di San Marco, il mosaico romano conservato nel cortile del Palazzetto Veneto, la Nave romana ritrovata nella zona del Lisert (attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia), le Terme romane e la fonte termale sotterranea, il Castelliere della Rocca (veduta aerea), il Palazzo del Municipio, il Palazzo dell’ex Pretura, la Villa per dirigenti del Cantiere con l’ex ferrovia, il Campo sportivo di Panzano, l’ex Albergo impiegati, il Museo della Cantieristica (già Albergo operai), le case operaie del Villaggio di Panzano con il monumento dedicato alle Vittime dell’amianto, due immagini rappresentative del Parco tematico della Grande Guerra.

Il progetto di allestimento – a cura di Flavio Snidero per Obbiettivo Immagine – è caratterizzato da 16 riproduzioni cm. 40 x 60, con stampa realizzata ad altissima qualità (Fine Art Giclée) da ArtOK, montate su altrettanti pannelli di dimensione cm. 50 x70 ed è completato da due pannelli esplicativi (grafica di Carlotta Amantini). I fotografi sono Alessandro Travain. Ermes Cabas, Mario Pierro, Flavio Snidero, Andrea Fasolo, Massimo Gargaloni, Liviana Bergamo.

“Obbiettivo Immagine” – ha spiegato il Vicepresidente Flavio Snidero – è un’associazione costituita da un gruppo di appassionati di fotografia che dal 2003 si incontrano per condividere progetti, scambiarsi idee e trovare incoraggiamento e stimolo in quella che è una passione comune a tutti, quella fotografica appunto. Il collante e motore del gruppo è la fotografia, intesa come mezzo attraverso il quale ogni singolo individuo esprime emozioni e propone una propria visione del mondo; mentre lo scopo dell’associazione è quello di sensibilizzare, valorizzare e favorire la conoscenza del linguaggio fotografico inteso come forma di comunicazione sociale e mezzo d’espressione della cultura, delle tradizioni e dei valori di una società. Obbiettivo Immagine persegue tale fine sia attraverso l’allestimento di mostre fotografiche, collettive o individuali, ideate e realizzate dall’associazione stessa, sia promuovendo e collaborando ad iniziative in cui la fotografia sia un’occasione di riflessione sulla realtà e un mezzo di conoscenza interdisciplinare e interculturale”.