Salvaguardare la produzione di latte in condizioni di qualità, supportare la filiera con una solida strategia economica e modernizzare gli impianti per essere competitivi, nella consapevolezza che dall’aggregazione nascono la forza e la capacità di superare i limiti fisiologici della singola azienda: queste le finalità economiche e organizzative di Naturalmente, da latte friulano, società consortile a responsabilità limitata nata dall’unione delle forze di 13 realtà regionali accomunate dall’utilizzo di latte ottenuto in Friuli, con forniture alimentate da circa il 30% delle stalle attualmente in attività. L’innovativo consorzio, nato formalmente l’11 ottobre 2021, si è presentato ufficialmente nella Casa della Contadinanza di Udine, di fronte a un folto pubblico di rappresentanti delle aziende della regione e di addetti ai lavori, alla presenza di sei consiglieri regionali, del presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin e dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier. La Regione sostiene convintamente il progetto, come attesta lo stanziamento di 18 milioni di euro per gli ambiziosi investimenti previsti. “Il nostro progetto è caratterizzato da un forte tasso di collaborazione sinergica, in un comparto che risulta essere maturo per queste scelte ma anche problematico. Non bastano intraprendenza e tenacia del singolo, serve una forma di cooperazione che sia in grado di rafforzare il modello di impresa”, ha spiegato in apertura il presidente di Naturalmente, da latte friulano, Narciso Trevisanut. Delle 13 aziende che hanno aderito, otto hanno sede nell’Udinese e cinque nel Pordenonese, con tre operanti in zona di montagna. Si tratta di realtà che si occupano dei vari aspetti della filiera: alcune sono tradizionali latterie, altre caseifici specializzati nella stagionatura del formaggio, DOP Montasio in particolare. Per obbligo statutario, tutti i soci assicurano che almeno il 75% delle attività lattiero-casearie e delle lavorazioni è ottenuto da latte munto nel territorio regionale. Nel corso del 2021 tale quota è stata però superiore al 90%. L’obiettivo è di superare l’alto frazionamento presente nel comparto, che rischiava di non garantire agli operatori una loro permanenza sul mercato. Ilrischio d’impresa è condiviso tra tutti i soci, requisito fondamentale per avere basi serie nel raggiungere gli obiettivi del piano industriale. Al netto di quanto utilizzato dai grandi gruppi, la materia prima che rimane libera in Friuli Venezia Giulia a disposizione degli altri produttori è pari al 30 per cento, quindi il consorzio oggi intercetta una quota importante del latte a disposizione, facendolo confluire in una realtà aggregativa.Francesco Ciani, project manager, ha illustrato il business plan, spiegando come una ipotesi progettuale sia stata trasformata in un disegno industriale e quali saranno i prossimi passi. La società consortile si occuperà dell’allestimento e della conduzione di nuovi impianti di lavorazione a tutto campo, dal fresco-freschissimo allo stagionato, porzionamento e confezionamento compresi, unitamente alla pianificazione di una rete di servizi integrati per le imprese nei settori dell’autocontrollo e delle garanzie igienico-qualitative dei prodotti e dei processi. Il progetto prevede due importanti raggruppamenti produttivi e di servizi: a Pagnacco per la raccolta, il trattamento e il confezionamento del latte fresco, con un reparto per la lavorazione di mozzarella e altri prodotti come yogurt, stracchino e crescenza, a Pasiano di Pordenone per l’elaborazione del formaggio stagionato, mediante porzionamento, grattugia e confezionamento, con aree per stoccaggio e distribuzione. In un’ottica di “patto con il consumatore”, nel pieno rispetto del nome scelto, la società si propone anche la costituzione e l’uso di marchi e di sistemi identificativi dell’offerta coordinata, nella convinzione che abbinare ai prodotti il nome della società consortile sia di per sè un modo di fare comunicazione. La costante attività di informazione e di promozione punta anche all’ampliamento della diffusione geografica e dei canali di vendita. Sono quindi intervenuti alcuni addetti ai lavori: Valentino Pivetta delle Latterie di Visinale, Carlo Tosoni della Renato Tosoni di Spilimbergo e della latteria Tre valli di Travesio, Ariedo Bront delle Latterie di Cividale, Renato Zampa responsabile operativo di Cospalat e Renato Romanzin del consorzio per la tutela del Montasio. Tutti hanno concordato sui molteplici punti di forza del progetto, considerato una svolta epocale, sottolineando l’apprezzamento per la possibilità per le realtà coinvolte di effettuare investimenti importanti in tempi brevi e rimarcando che l’aggregazione è la sola strada percorribile per la filiera per uscire dal momento di empasse che sta attraversando e per affrontare il mercato futuro. Anche il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha espresso parole di apprezzamento per la capacità di dare una risposta di filiera corta nel momento opportuno, filiera che peraltro vede come obiettivo finale il consumatore, fermo restando che legare il prodotto con il territorio è una scelta vincente.
In chiusura l‘assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, ha ricordato la carica di innovazione di Naturalmente, da latte friulano: “Dal confronto con i produttori è emerso lo spazio per creare aggregazione in un momento storico estremamente complesso, con un mercato per la filiera del latte fortemente sbilanciato tra costi produttivi e remunerazione dei prodotti. Voglia di mettersi alla prova, sfida e assunzione di responsabilità sono gli elementi che contraddistinguono la scelta compiuta dai 13 produttori, che la Regione ha sostenuto e condiviso con l’investimento di una quota finanziaria di 18 milioni. La sfida ora è quella di dare gambe a un percorso che, dopo la formazione della società consortile, preveda quegli investimenti necessari alla programmazione dell’attività futura”.
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